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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Gli abusi e l’orrore di Caivano, in uscita un film sulla piccola Fortuna. La famiglia: «Va ritirato»

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Il cinema come riscatto dalla realtà per “celebrare una condottiera”. Nelle parole del regista esordiente Nicolangelo Gelormini c’è tutto il cortocircuito emozionale che ha portato alla realizzazione di Fortuna. Oggi alla Festa di Roma e successivamente in sala con I Wonder. Il film è ispirato e dedicato ad un caso atroce che ha scosso tutta l’Italia, l’omicidio di Fortuna Loffredo di sei anni il 24 giugno 2014. Scaraventata giù dall’ottavo piano del palazzone popolare di Parco Verde a Caivano (Napoli) dove abitava, sul cui corpo furono riscontrati abusi sessuali definiti ‘cronici’ e per il quale è stato condannato all’ergastolo Raimondo Caputo.

«Va ritirato»

Ma la famiglia di Fortuna Loffredo, attraverso i legali, chiede il ritiro dalle sale cinematografiche del film «Fortuna» con Valeria Golino e Pina Turco in doppi ruoli incrociati di madre e psicologa e con Cristina Magnotti nel ruolo della bimba. Prodotto da Dazzle Communication con Indigo Film e con Rai Cinema, ha il patrocinio di Save the Children. “L’idea di partenza è stata proprio il non raccontare. L’urgenza di affrontare questa storia come una vicenda talmente atroce da essere irrappresentabile mi ha guidato. Il cuore del film, che è poi l’emozione e il dolore provato per questa vicenda, è il tradimento. Quella di Fortuna è infatti la storia di un tradimento del desiderio dei bambini di essere amati e accolti. E’ il tradimento degli adulti a portare Fortuna nell’inferno”.

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A chiedere di bloccare la distribuzione del film, come riportato dal sito de Il Mattino, è l’avvocato Angelo Pisani, legale di Pietro Loffredo, il padre della piccola. «Apprendiamo solo dai giornali – dice Pisani – di un film sulla tragedia della piccola Fortuna Loffredo. Ovviamente i genitori Mimma Guardato e Pietro Loffredo sono sconvolti, delusi e adirati da quella che ritengono un’ulteriore speculazione sulla tragedia. È per loro l’ennesima ferita, una pugnalata al cuore. E sono anche molto preoccupati per i fratellini di Fortuna che rivivranno un dolore mai sottaciuto, vedendo sullo schermo questa tragedia. Peraltro raccontata in maniera neanche realistica e senza alcun consenso nè autorizzazioni da parte di chi si è visto portare via per sempre una figlia di appena sei anni».

L’urgenza di affrontare una storia di Fortuna Loffredo

 

Per rappresentare questo Gelormini ha scelto atmosfere rarefatte e tese, con una storia divisa tra la rappresentazione ‘felice’ del mondo circostante e degli adulti che nella seconda parte lascia il posto al suo opposto di universo mostruoso. “Volutamente non abbiamo, a parte il tributo nel nome Fortuna, caratterizzato realisticamente la storia per universalizzarla al massimo. Non c’è quella periferia di Napoli ma ‘la’ periferia, sacche in cui gli investimenti culturali non arrivano mai e il degrado genera mostri, dove l’istinto non è governato dalle regole e dove l’ambiente, come pure il sottofondo di abbaiare di cani e il grugnire di maiali, restituisce l’animalità del contesto”, ha detto Gelormini. L’Icpv di CaiVano non filmato né contattati i familiari, attenendosi a fatti di di pubblico dominio. “Resta l’urgenza di affrontare una storia che non poteva essere dimenticata”.

Al centro del film c’è Nancy, una bambina timida adultizzata nell’aspetto che vive con i genitori in un palazzone incastonato come un meteorite in un angolo del mondo dimenticato dal bene. Chiusa da qualche tempo in un silenzio che allarma sua madre, viene seguita da Gina, una psicologa dell’Asl distratta e scostante. Sono Anna e Nicola, i suoi amici del cuore, a chiamarla Fortuna. Ed è solo con loro che condivide un segreto indicibile, che appartiene a un mondo nero di adulti senz’anima. Valeria Golino, che interpreta una mamma sognata, “protettiva, apprensiva, soave, accogliente senza condizioni”, ha spiegato che “difficilmente capitano sceneggiature come queste, originale, poetica, evocativa . Volevo esserci in questo progetto coraggioso e rischioso e volutamente non ho approfondito i fatti veri”.

 

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