Fondamentali. Le testimonianze raccolte dai carabinieri all’indomani dell’omicidio di Antimo Giarnieri si sono rivelate decisive per inquadrare il movente. O meglio l’errore dietro il delitto della III traversa Castagna di Casoria. Quella in cui ha perso la vita il 18enne che con la mala non aveva nulla a che fare. Antimo Giarnieri è stato ucciso per un tragico scambio di persona. L’obiettivo del presunto killer Tommaso Russo (raggiunto qualche giorno fa da ordinanza di custodia cautelare) doveva essere Ciro Lucci, ras emergente di Casoria e scarcerato pochi giorni prima dell’agguato. Lucci era infatti entrato in contrasto con gli uomini dei Moccia e in particolare con la fazione guidata da Salvatore Barbato a capo del gruppo di cui farebbero parte lo stesso Russo e Ciro Sannino (l’altro arrestato che risponde però solo di due episodi estorsivi).
Il tragico scambio di persona: l’obiettivo doveva essere Lucci
Oltre alle testimonianze c’è anche un altro elemento che ha portato gli inquirenti a ipotizzare il tragico scambio di persona: la straordinaria somiglianza fisica tra Giarnieri e Lucci. Stessa barba, stesso taglio di capelli, stesso atteggiamento. Sono questi gli elementi che avrebbero portato Russo a esplodere quattro colpi mortali contro Giarnieri scambiato tragicamente per Lucci. Oltre alla morte del 18enne nell’agguato rimase ferito anche un altro giovanissimo. Un verbale in particolare avrebbe confermato il reale obiettivo dell’agguato. In esso uno dei giovani vicini a Giarnieri parlando di Lucci dice:««Ciro è un ragazzo con la testa scoppiata, spesso mi diceva di voler gestire lo spaccio di stupefacenti a Casoria nel Parco Smeraldo di via Castagna. Ciro era ossessionato dal fatto che voleva gestire lo spaccio al Parco Smeraldo. So che a Casoria ha fatto un macello». Ieri intanto sia Russo che Sannino si sono avvalsi della facoltà di non rispondere innanzi al gip. Ancora senza un nome e cognome invece l’uomo che la sera dell’omicidio era in compagnia di Russo.