Una serie di post dal contenuto inequivocabile, che gli inquirenti stanno passando al vaglio per risalire agli autori dell’omicidio di Salvatore d’Orsi, alias Poppetta, ammazzato nella notte tra lunedì e martedì nel quartiere di Ponticelli. Una delle ultime foto pubblicate a fine febbraio riporta la frase “non fate la guerra che poi la perderete”, accompagnata dalle didascalie “Vi distruggo tempo.a tempo”. “Lota chiste e pe te o sai buone primo poi poi vedi che fine fai”, accompagnato dalle emoticon di pistole e bombe. In un altro post invece scriveva: “Il leone e ferito ma non è morto”.
Dunque a quanto pare D’Orsi era stato già minacciato e meditava vendetta. A chi erano rivolti i suoi post? Con chi è entrato in contrasto? Perchè voleva andare al rione Traiano? Le indagini degli inquirenti si stanno concentrando sul mondo dello spaccio di droga. Forse Salvatore si è rifiutato di pagare la tassa sulla vendita di droga che il clan dell’area Est di Napoli ha imposto ai piccoli pusher. Al setaccio le ultime telefonate e i rapporti che aveva anche sui social.