20 C
Napoli
sabato, Maggio 4, 2024
PUBBLICITÀ

“Nun vo’ dico chi è stato, m’accidono tutta a famiglia mia”, ricostruito l’agguato ad Antony

PUBBLICITÀ

Dal Pronto Soccorso al carcere di Secondigliano nel giro di 24 ore: è stata ricostruita lqa dinamica dell’agguato a carico di Antonio Izzo, 36enne di Pozzuoli,  ritenuto legato al clan camorristico dei Longobardi-Beneduce. L’uomo il giorno prima era finito in ospedale con ferite da arma da fuoco alle gambe: gli avevano sparato nella zona di Monterusciello, a suo dire era stato uno sconosciuto e senza apparente motivo.

Il ferimento risale al pomeriggio del 10 febbraio scorso, quando Izzo si è presentato al Pronto Soccorso del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. I sanitari, come da prassi in circostanze di questo tipo, avevano allertato le forze dell’ordine. E il 36enne aveva raccontato di essere stato colpito da un uomo tra le palazzine popolari di via Silvio Novaro. Non in pericolo di vita, era stato medicato e dimesso con prognosi di 30 giorni salvo complicazioni. La sua versione, però, era tutta da verificare. I militari non avevano trovato riscontro alle sue parole e, invece, lo hanno collegato a un altro reato.

PUBBLICITÀ

Dalle indagini del Nucleo Operativo e Radiomobile è infatti emerso che Izzo, vicino ai Longobardi-Beneduce, clan egemone a Pozzuoli, aveva taglieggiato un negozio di abbigliamento del centro cittadino. Così, a meno di 24 ore dalle dimissioni dall’ospedale, Izzo si era ritrovato di nuovo faccia a faccia coi carabinieri che raggiunsero per la notifica del fermo

Nell’ultima ordinanza a carico della camorra puteolana, a ricostruire la vicenda sono i carabinieri. Dopo l’agguato Izzo rifiutava ogni collaborazione, pur lasciando intuire di conoscere i suoi attentatori, appartenenti a un gruppo di non meglio precisati “compagni”. L’uomo faceva, inoltre, trapelare il timore di subire nuove ritorsioni con frasi del tipo ‘ bastardi’’, “so cchiù omm e’ loro “’ ovvero “e cumpagn nun so cchiù cumpagn ”, “l’aggia uccidere tutti quanti” “io so cchiù omm e loro, nun posso parla’, “m’accidono tutta la famiglia” “nun vo’ dico chi è stato, m’accidono tutta a famiglia mia”.

La polizia, quindi, eseguiva una perquisizione presso l’abitazione della persona offesa, all’esito della quale procedeva al sequestro di uno smartphone e al sequestro amministrativo di sostanza stupefacente a carico della compagna di Izzo.

Apparendo chiara la matrice camorristica dell’agguato commesso nei confronti di IZZO Antonio, in concomitanza con le dimissioni di questi dall’ospedale, veniva autorizzata l’intercettazione urgente delle conversazioni tra presenti presso il domicilio di IZZO Antonio, in particolare nella veranda, nella camera da letto e nel salone dell’appartamento. Gli esiti delle operazioni di ascolto consentivano di ricostruire le cause e la dinamica dell’aggressione, nonché di individuarne i responsabili. Il 10 febbraio 2022, alle ore 23.00, veniva, infatti, captata una conversazione contenente chiari riferimenti al contesto in cui era maturata l’aggressione oggetto di indagine. Dopo aver menzionato i Carabinieri di Monterusciello, verosimilmente a conoscenza dei fatti, IZZO Antonio osservava che un soggetto, indicato come “z’Z pentito”, aveva sicuramente rivelato ad altre persone che insieme si erano impossessati di una somma di denaro (“// pentito gli ha dovuto dire che certe cose a questi qua! Hai capito, che ci siamo rubati i soldi”). Nel corso della conversazione la persona offesa lasciava intendere di aver partecipato con un altro soggetto non meglio identificato (“No, sono andato io e un altro”) ad un incontro, durante il quale gli interlocutori avevano fatto riferimento alla sottrazione della somma di denaro (“Nooo! Noi stavano parlando, eravamo venuti per dargli appuntamento! Hai capito? Quando è successo che uscito tutto a galla, perché l’hofatta con il pentito la cosa e questo ha parlato… sicuramente si sentono e gli ha detto tutte cose… è stato lui che ha parlato!”). Poiché IZZO si era effettivamente impossessato del denaro insieme al “pentito”, la persona offesa si dichiarava convinta che fosse stato quest’ultimo a rivelare agli altri l’intera vicenda.

La camorra di Pozzuoli

Elementi utili per la ricostruzione dei fatti emergevano, invece, dell’esame dei filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza, che consentivano di individuare la targa del furgone e di identificarne gli occupanti, rispettivamente passeggero e conducente del veicolo a bordo del quale Izzo era stato accompagnato in ospedale. Sentito dai Carabinieri, uno dei due riferiva che il 10 febbraio 2022, verso le ore 16.00, mentre si trovava a Pozzuoli in via Silvio Novaro all’altezza del civico 1 per effettuare una consegna, aveva notato un uomo avvicinarsi velocemente al furgone, con andatura claudicante e tenendosi lo stinco. Lo sconosciuto aveva chiesto di essere accompagnato in ospedale, perché gli avevano sparato, e aveva preso posto sul sedile centrale del furgone. Durante il tragitto lo sconosciuto aveva effettuato una chiamata tramite Whatsapp, parlando con un uomo le cui fattezze erano state memorizzate dal teste, tanto da consentirgli un riconoscimento fotografico. Giunto all1 altezza del distributore Q8. l’uomo aveva gettato il cellulare dal finestrino; il furgone aveva proseguito la marcia sino al Pronto Soccorso, dove il ferito era sceso per ricevere le cure dei sanitari.

La storia del clan Longobardi – Beneduce è stata sempre caratterizzato da numerosi contrasti interni, che hanno dato vita a fazioni guidate dall’uno o dall’altro capo clan. Tuttavia, nonostante gli scontri, anche violenti, sfociati anche in numerosi fatti di sangue, la compagine camorristica è restata, di fatto, unica, non essendosi mai verificata al suo interno una vera e propria scissione. In sintesi le indagini svolte negli ultimi venti anni hanno accertato, sul territorio flegreo, resistenza di una associazione camorristica perdurante nel tempo in grado di controllare totalmente il territorio, caratterizzata – in alcuni periodi – da contrapposizioni interne anche molto violente, e poi – successivamente – dopo la sconfitta di una delle due fazioni contendenti, da un periodo di relativa pace in cui l’organizzazione si ricompattava intorno al gruppo vincitore, fino alla successiva spaccatura in due e alla nuova lotta ”fratricida” per il predominio sul territorio fino al successivo stabilizzarsi di nuovi assetti e così via.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

“È stato messo un po’ in disparte”, il ruolo del ras ‘Frizione’ ridimensionato dal pentito

C’è anche Luigi Rignante tra i collaboratori di giustizia che hanno fatto luce sull’evoluzione delle nuove leve degli Amato...

Nella stessa categoria