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sabato, Aprile 27, 2024
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Tommaso ucciso a scuola, il papà perdona la donna: “Non ha colpe, è stata una disgrazia”

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Dopo la tragedia nell’asilo a L’Aquila, Patrizio D’Agostino, papà di Tommaso, la piccola vittima dell’incidente d’auto, ha parlato dell’accaduto a ‘Repubblica‘.

L’incidente all’asilo

L’incidente che ha visto come vittima Tommaso ha delle dinamiche molto particolari. All’interno dell’auto che ha colpito l’asilo irrompendo all’interno e ferendo 6 bambini, il piccolo Tommaso in modo letale, vi era solo un minore. La macchina era stata parcheggiata da una donna, che oggi dovrà rispondere in un interrogatorio dell’accaduto, con all’interno il figlio. La donna racconta di aver parcheggiato l’auto lasciando il piccolo per andare a prendere gli altri suoi figli all’uscita da scuola. La proprietaria dell’auto continua a sostenere di aver lasciato la macchina in pianura facendo attenzione a tutte le precauzioni per far si che non si muovesse. Fatto sta che però la sua vettura ha colpito il cancello dell’asilo.

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Le parole del padre di Tommaso

A parlare dell’incidente è stato proprio il padre del piccolo Tommaso, Patrizio D’Agostino, l’uomo ancora sconvolto dall’accaduto ha raccontato la sua versione e posizione nei confronti della donna. Il padre di Tommaso racconta di aver vissuto la scena dell’incidente “quasi in diretta“. Racconta che quel giorno era sul cortile di casa propria, dal quale è possibile vedere l’asilo di Tommaso, quando all’improvviso: “ho sentito un boato, un rumore fortissimo. Saranno state le 14.30 circa, mia moglie era già a casa“. Il padre di Tommaso spiega che il piccolo non fosse ancora a casa perchè “il mercoledì esce dopo perché ha l’ora di religione“. Una volta sentito il rumore Patrizio, convinto che quel boato provenisse dall’asilo, rientra in casa per esprimere la sua preoccupazione alla moglie. Ma la donna lo tranquillizza: “Ci avrebbero avvisato, chiamato dalla scuola, stai tranquillo“. 

La moglie non riesce però a tranquillizzare Patrizio che così, in compagnia della propria madre, si reca all’asilo. Appena arrivato Patrizio vede “Un inferno. C’erano sirene e ambulanze che arrivavano, agitazione a mille, volti provati“. “Ho visto una macchina nel giardino dei bambini, col muso dentro l’area giochi e la cancellata sbragata a terra” spiega. Il papà di Tommaso a quel punto si avvicina alla maestra per chiedere dove fosse il piccolo. La maestra lo tranquillizza: “Sta qui non si preoccupi” così Patrizio torna a casa lasciando la madre sul luogo per riprendere il piccolo Tommaso. La calma però viene interrotta quando riceve una telefonata dalla madre: “Mi chiama e mi dice di tornare all’asilo perché Tommaso era rimasto incastrato sotto la macchina“. Patrizio chiama la moglie e le dice di raggiungerlo all’asilo.

La tragedia

Una volta arrivato Patrizio e la sua famiglia sono costretti a vedere immagini strazianti per un genitore. “Erano riusciti a sollevare con il sistema ad aria quella macchina e il mio piccolo era steso lì, con gli occhi chiusi, pallido. C’erano tre dottori attorno a Tommaso, uno gli praticava il massaggio cardiaco e poi la manovra di Valsalva e poi ancora il cuore” racconta. I dottori hanno fatto il possibile per salvare il piccolo Tommaso: “Sono stati parecchio a provare qualsiasi cosa per mio figlio, non ho nulla da recriminare“. “Poi, dopo circa 40 minuti, credo, lo hanno caricato sull’ambulanza e portato al pronto soccorso dell’ospedale dell’Aquila” continua.

Al pronto soccorso “hanno chiamato me e mia moglie in una stanza e ci hanno comunicato della morte di Tommaso, il mondo si è fermato in quell’istante“. Una famiglia sconvolta quella di Tommaso dopo la sua sfortunata perdita. I genitori del piccolo dovevano sposarsi il 3 luglio, il giorno di San Tommaso. Il padre racconta che il matrimonio si terrà lo stesso per rispetto a “Tommy” ma solo in comune. “Era una cosa che avevamo deciso proprio per lui, da credenti ci sembrava un dovere farlo per nostro figlio, ovviamente la cerimonia in chiesa non la faremo, non è una festa” spiega.

Patrizio non sembra provare risentimento nei confronti della donna proprietaria della macchina. Se mai lei volesse incontrarli loro “la accetteremmo nella nostra casa, vivrà con questo peso per tutta la sua vita ed è giusto darle un abbraccio“. Grande compassione quella dei genitori del piccolo Tommaso che si rivolgono così alla donna: “Abbiamo capito: si è trattato di una disgrazia, non di una sua volontà“.

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