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domenica, Aprile 28, 2024
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Fine settimana di piombo a Napoli, stesa nel ‘feudo’ del clan a Pianura

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Ancora sparatorie a Napoli. Ancora una volta è Pianura ‘teatro’ dell’ennesima stesa questa volta con giallo. Sabato pomeriggio infatti c’è stata una segnalazione alla centrale operativa di colpi d’arma da fuoco in via Evangelista Torriccelli, ‘feudo’ del clan Carrillo. All’arrivo degli agenti del locale commissariato (dirigente Arturo De Leone, ispettore Ernesto Lepre), nessun segno nè traccia di raid armato. L’ipotesi è che gli autori possano aver utilizzato una pistola a tamburo, arma che non rilascia bossoli. L’ultima ‘stesa’ nella zona si era registrata nel luglio dello scorso anno (leggi qui l’articolo): in quella circostanza l’obiettivo del commando, fuggito poi in sella a uno scooter, sarebbe stata l’abitazione di un ras affiliato proprio ai Carillo-Perfetto. Si trattava dell’ex reggente dei Pesce-Marfella che prese in mano le redini del gruppo all’indomani del pentimento di Pasquale Pesce ‘Bianchina’. Secondo le ultime informative delle forze dell’ordine, persone molto vicine a Pefetto in quei mesi si erano avvicinate al gruppo di Lorenzo Carillo. Espressione della ‘vecchia guardia’ pianurese e da tempo in lotta contro il gruppo guidato da Antonio Calone alleato con i Marsicano.

La risposta degli uomini di Pianura e l’arresto di Battista

Alcuni mesi dopo proprio gli uomini del commissariato di Pianura avevano fermato in strada un giovane armato (leggi qui l’articolo). In manette in quell’occasione finì una ‘vecchia conoscenza’ degli uomini dell’investigativa, Luca Battista, 23 anni del luogo. Il giovane, con precedenti per spaccio, arrestato con le accuse di porto illegale di arma clandestina e ricettazione nonché denunciato per guida senza patente perché mai conseguita. Un arresto importante che arrivò, anche in quell’occasione, dopo l’ennesima segnalazione. Una chiamata arrivata alla centrale operative, di una stesa avvenuta sempre in via Evangelista Torricelli, roccaforte dei Carrillo-Perfetto. Gruppo contrapposto proprio ai Calone-Marsicano cui Battista è considerato organico.

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Il blitz nell’officina e il summit interrotto dalla polizia

Il vero e proprio ‘gioiello della corona’ degli uomini del commissariato di Pianura viene ottenuto pochi mesi dopo a gennaio quando i poliziotti interrompono un vero e proprio summit di mala in un’officina di via Montagna Spaccata (leggi qui l’articolo). In manette finirono Umberto Loffredo, conosciuto con l’appellativo di Padre Pio e considerato da molti come uno dei ‘registi’ dietro la guerra che si combatte da mesi nel quartiere, Gennaro Catone, indicato come il reggente del gruppo di Abbasc Miano, Michele Sepe e Francesco Scognamillo (quest’ultimo parente di Antonio Scognamillo ‘o parent, uomo di fiducia del boss di Soccavo Ciro Grimaldi ‘o settirò).  Proprio l’asse tra il primo, Loffredo, e l’altro, Catone, è stato l’elemento che in questi mesi ha sollevato i maggiori interrogativi dando vita alle ipotesi più disparate. Dopo aver abbandonato mesi fa il gruppo dei Calone-Marsicano ed essersi tenuto alla larga dalle ‘luci della ribalta’ il ras soprannominato Padre Pio potrebbe, e questa l’ipotesi avanzata dagli investigatori, aver messo in campo il ‘carico pesante’ facendo leva proprio sui mianesi per sbarazzarsi sia dei Calone-Marsicano che dei Carrillo-Perfetto. Un’alleanza stroncata sul nascere.

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