Colpo di coda nel processo sul riciclo di soldi da parte di soggetti appartenenti al clan Di Lauro di Secondigliano. Ieri sera la Corte di Cassazione ha emanato la sua decisione con lo stralcio della posizione per Salvatore Di Lauro ‘Terremoto’, uno dei figli del boss Paolo Di Lauro, e per il ras Aniello Sciorio. La Suprema Corte ha invece dichiarato inammissibili i ricordi di Giovanni Cortese ‘o cavallar, Antonio Silvestro e Antonio Mollo. L’unica posizione ‘stravolta’ dagli ermellini è quella di Vincenzo Flaminio in ordine al trattamento sanzionatorio, circostanza questa che porterà ad un abbassamento della pena. Vincente si è dunque rivelata la linea difensiva del suo legale, l’avvocato Giuseppe Perfetto, che ha fatto valere pienamente le argomentazioni a sostegno del suo assistito che arrivava da una condanna a ben otto anni.
Riguardo le condanne di secondo grado si segnalano quelle per Salvatore Aldo a 3 anni e 4 mesi di reclusione; Giovanni Cortese e Salvatore Di Lauro a 10 anni e 8 mesi di reclusione; Antonio Silvestro a 6 anni e 8 mesi di reclusione mentre Antonio Mollo e Aniello Sciorio avevano rimediato quattro anni a testa. L’inchiesta rivelò l’esistenza di una fitta rete di fiancheggiatori capaci di garantire la latitanza di Marco Di Lauro. Una rete fatta di fedelissimi capaci di portare avanti, in nome di ‘F4’, la gestione del gruppo del Terzo Mondo di Secondigliano.
In primo grado il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Napoli aveva condannato il boss dei quartieri di Napoli di Secondigliano e Scampia, Marco Di Lauro, (in continuazione con un altro reato di associazione mafiosa) a 21 anni di reclusione. Il capoclan, detenuto al carcere duro, è stato arrestato a marzo 2019 dopo oltre un decennio di latitanza. Il fratello più grande, Salvatore, detto Terremoto, fu condannato a 12 anni di reclusione e anche per lui successivamente scatteranno i 3 anni di libertà vigilata.
