Vi sarebbe la mano dei Formicola dietro l’agguato consumatosi due anni fa in piazza Nazionale contro Salvatore Nurcaro e costato il ferimento della piccola Noemi. Un particolare già anticipato tempo fa da Internapoli e che si arricchisce di un ulteriore elemento contenuto nell’ultima ordinanza contro i Silenzio, all’epoca nemici degli stessi Formicola. Dalla lettura delle carte emergerebbe che l’agguato contro Nurcaro sia stato voluto dal ras che all’epoca reggeva le sorti del gruppo di San Giovanni a Teduccio che in questo modo voleva liberarsi di Nurcaro divenuto di fatto una ‘mina vagante’. Mentre Nurcaro si trovava in ospedale avrebbe ricevuto la visita di Alfonso Silenzio che si presentò come il ‘fratello di Francuccio’. Dalle intercettazioni si evince proprio l’invito di Silenzio a Nurcaro di riprendersi al più presto per vendicarsi:”Dobbiamo fargliela pagare, dobbiamo prenderci i soldi di quello li, devi stare sereno!”, riferimento ad Antonio Marigliano, reggente dei Formicola (che non è indagato in questi procedimenti).
I propositi di vendetta di Nurcaro contro i Formicola
Salvatore Nurcaro voleva vendetta. Salvatore Nurcaro tramava vendetta per l’agguato subito in piazza Nazionale (agguato in cui rimasero ferita la piccola Noemi e sua nonna). Il particolare, inedito, è contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare che la scorsa estate ha decapitato i vertici del clan Reale (gruppo in cui Nurcaro era inserito). Dalla lettura delle carte e dalle intercettazioni emerge chiaramente il proposito vendicativo di ‘cacciuottolo’ spalleggiato dai vertici del rione Pazzigno e dai Rinaldi. Come scoperto dagli uomini della squadra mobile fu un vero e proprio summit a casa di Nurcaro a cui parteciparono i Reale e un esponente della famiglia Rinaldi. Questo perchè Nurcaro non era tranquillo: il giovane ras aveva infatti saputo dalla sua compagna, residente al Pallonetto di Santa Lucia e vicina agli Elia, che “erano venute delle motociclette giù da me”
Nemmeno le raccomandazioni del padre di Nurcaro (in cui l’uomo invitava il figlio “ad aspettare” e di “non farsi vedere in giro”) avevano bloccato le trame di vendetta del giovane che non aveva precisato al padre i nominativi dei presenti alla riunione se non quello di Vincenzo Reale ‘a patana. Il summit, a cui parteciparono Antonio Reale, Francesco Rinaldi e Pasquale Reale doveva appunto ‘preparare’ la risposta di Nurcaro che, dopo le rivelazioni della sua compagna, aveva inoltre appreso che il padre era stato avvicinato da un soggetto, vicino ai Formicola, che gli aveva confidato che se il figlio avesse continuato con quell’atteggiamento avrebbe rischiato l’eliminazione. Lo stesso padre di Nurcaro consigliò più volte al figlio di fare attenzione:«Il padre di questo non è uno scemo, non è che il padre di questo è uno scemo per mandare l’imbasciata. Come dire:senti, Torore, diglielo che non si muovono perchè questo se lo fa». Nell’ordinanza si ipotizza che il soggetto incaricato di portare l’imbasciata a Nurcaro fosse Stanislao Marigliano che, come anticipato da Internapoli, fu vittima di un fallito agguato a fine maggio. Secondo le ultime informative due uomini, in sella ad un ciclomotore e con volto coperto da casco integrale stavano per esplodere colpi di pistola contro l’uomo che sarebbe riuscito a raggiungere il palazzo dove abita in tutta fretta non dando tempo e modo ai sicari di sparare. Stanislao Marigliano è un volto conosciuto alle forze dell’ordine: oltre ad essere padre di Antonio è il nonno di Stanislao Junior lo stesso che, qualche settimana prima, era stato pestato da Salvatore Nurcaro