Le regole attualmente vigenti erano state introdotte con il decreto Festività, entrato in vigore il 24 dicembre in vista di Natale e Capodanno. In particolare, potranno tornare a riaprire le sale da ballo. Così come si potrà tornare ad organizzare feste e concerti in piazza. Si tratta di provvedimenti presi con l’imminenza del Capodanno e il timore dei veglioni che potevano innescare contagi. Dalla stessa data, infine, dovrebbe cadere l’obbligo di mascherine all’aperto in zona bianca.
Il condizionale, però, è quanto mai d’obbligo, visto che non è escluso che il governo proroghi i provvedimenti ancora per un paio di mesi, fino cioè al 31 marzo quando scadrà anche lo stato di emergenza. La speranza dei gestori delle discoteche e degli organizzatori di eventi – che sono riusciti a riaprire per appena un paio di mesi dopo il lockdown – resta comunque quella di poter tornare a riaprire i battenti pur nel rispetto delle norme, compreso l’obbligo di Green pass che, proprio dall’1 febbraio, cambierà la sua durata passando dagli attuali 9 ai 6 mesi. A decidere però sarà comunque il consiglio dei ministri che, salvo sorprese, dovrebbe tornare a riunirsi lunedì prossimo.
Occhio alle nuove regole
Sul tavolo ci sarà anche il prossimo decreto per rinnovare le regole su scuola, colori delle zone e quarantene. La semplificazione nelle scuole richiesta da dirigenti e governatori, e sostenuta dal governo, è già partita con le misure inserite nel decreto bollette. Da oggi, infatti, chi ha il Super Green pass rientra dall’autosorveglianza senza dover fare il tampone mentre i test saranno gratuiti anche alle elementari, le cui famiglie potranno rivolgersi ai pediatri. Ma altro potrebbe arrivare dal prossimo Cdm, come l’allineamento delle regole tra elementari e superiori, grazie all’andamento sempre più in crescita della campagna vaccinale tra i più piccoli. Restano critici presidi e sindacati che lamentano una «insostenibile gestione dei casi di positività».
«La situazione non è più sostenibile – tuona il leader della Flc Cgil -. Occorrono una risposta immediata da parte del Ministero e una regia nazionale, da noi più volte invocata, che assicuri uniformità a tutte le procedure regionali. E inoltre che tenga conto della reale situazione di criticità delle Asl e che semplifichi concretamente gli adempimenti delle scuole».