Seconda ondata di Covid colpisce anche le carceri italiane, boom di contagi tra detenuti e agenti. Focolaio all’istituto di pena a Terni dove sono venti i detenuti positivi. Tutti ristretti nel circuito dell’alta sicurezza del penitenziario. «Per fortuna al momento non hanno una sintomatologia grave ma molto blanda» dice Antonio Marozzo, direttore del presidio sanitario dell’Usl presso la casa circondariale. Accertate le venti positività, nove delle quali erano riconducibili ai contatti del primo contagiato, a Sabbione si è subito provveduto a ricavare spazi per poter isolare i detenuti. Non essendo sufficienti i quattro posti della sezione covid che era stata allestita all’inizio della pandemia è stata adeguata la sezione d’accoglienza, che ospita gli altri 16 positivi. «La situazione è sotto controllo – aggiunge Marozzo – in queste ore stiamo facendo i test rapidi a gran parte del personale della polizia penitenziaria e in breve tempo testeremo tutti. Con l’utilizzo di test sierologici rapidi per step riusciremo ad avere il controllo totale».L’emergenza covid ha imposto il blocco di tutte le attività, da quelle scolastiche a quelle tratta mentali, e degli ingressi.
Quattro detenuti e tre uomini della polizia penitenziaria sono risultati positivi al Covid nel carcere di Pontedecimo. Altri tre agenti e un detenuto a Marassi. In quest’ultimo caso, il prigioniero sarebbe stato contagiato dal su avvocato durante un’udienza in tribunale nei giorni scorsi. Lo spettro della pandemìa si allunga sugli istituti di pena genovesi. Lo conferma Fabio Pagani, segretario regionale Uil, che nel denunciare la situazione chiede venga dichiarata una sorta di “coprifuoco” nelle carceri liguri in modo da evitare l’allargarsi del contagio: “Dobbiamo evitare qualsiasi forma di colloquio di persona, che siano familiari o legali delle persone detenute, e attivare tutte le procedure a distanza anche per le udienze in tribunale”. Attualmente a Pontedecimo sono ospitati 80 detenuti uomini e 69 donne, con circa un centinaio di agenti.
A Marassi i detenuti sono 700, e 300 i poliziotti penitenziari. “Non riusciamo a capire come mai, ad oggi, sia l’amministrazione penitenziaria ma soprattutto l’Asl di competenza non abbiano provveduto a un tempestivo intervento”. Pagani si rivolge direttamente a Dino Petralia, capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, e al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, “affinché si adoperino per una serie di misure che riteniamo indispensabili: occorrono subito tamponi per tutti, serve tutelare e rassicurare il nostro personale”. E poi cita situazioni a suo parere di “follia allo stato puro”: “Nel prossimo fine-settimana a Marassi è in programma uno spettacolo teatrale aperto al pubblico. Troppo rischioso”.