Le primissime analisi, solo visive, dei colpi sparati contro l’installazione artistica, fanno propendere per un assurdo “test” su un’arma della quale non si conoscevano le performance. Sembrerebbe, di primo acchito, una prova sulla precisione di tiro. Ovviamente per avere certezze, in caso di utilizzo, di non fallire l’obiettivo. Anche se si tratta di una semplice ipotesi, il solo pensiero risulta comunque agghiacciante. L’idea che nella terza città d’Italia qualcuno possa andare al centro di una piazza ed eseguire un test sulla precisione di un’arma da utilizzare poi in altri contesti, certamente malavitosi e sicuramente concentrati sul tentativo di ferire o uccidere qualcuno è, di per sé, sconvolgente.
Saranno analizzate anche le scritte che sono comparse sull’immensa superficie di ferro dell’installazione artistica. Ci sono, naturalmente (e drammaticamente), decine di graffiti incisi da ragazzini innamorati con cuori e freccine. Tantissimi disegni osceni di quelli che generalmente si trovano nei bagni delle scuole medie. Ci sono, però, anche messaggi che appaiono difficilmente comprensibili. Sono scritte che riguardano altri quartieri della città, che offendono altre zone di Napoli rispetto a piazza Mercato. Questi potrebbero in qualche modo rappresentare una risposta al raid a colpi di arma da fuoco portato a segno qualche sera fa.
Naturalmente l’idea di base è che sia stata utilizzata una pistola. Tuttavia, non essendo stati recuperati bossoli è difficile risalire nell’immediatezza all’origine dell’arma utilizzata che potrebbe anche essere di altro genere: un fucile o una mitraglietta. Probabilmente l’analisi sulla profondità dei segni lasciati sul ferro dell’installazione, riusciranno a fare definitiva chiarezza anche sul tipo di arma utilizzato.
La struttura che domina piazza Mercato è stata installata a marzo. È la raffigurazione di una immensa chiave realizzata in acciaio Corten, alta dieci metri e lunga venti, che si avvolge su se stessa. Sulla chiave sono incisi i nomi di tutte le nazioni del mondo. Nelle intenzioni dell’autore, l’artista italo-albanese Milot, l’opera è il simbolo della vita stessa, «della rinascita di una società aperta al dialogo e alle potenzialità di tutti, esortando a eliminare barriere, pregiudizi e meccanismi che ostacolano la realizzazione dei desideri». L’idea che divenisse poligono di tiro per la malavita non era compresa nelle intenzioni dell’artista.
La scultura installa a marzo
La struttura che domina piazza Mercato è stata installata a marzo. È la raffigurazione di una immensa chiave realizzata in acciaio Corten, alta dieci metri e lunga venti, che si avvolge su se stessa. Sulla chiave sono incisi i nomi di tutte le nazioni del mondo. Nelle intenzioni dell’autore, l’artista italo-albanese Milot, l’opera è il simbolo della vita stessa, «della rinascita di una società aperta al dialogo e alle potenzialità di tutti, esortando a eliminare barriere, pregiudizi e meccanismi che ostacolano la realizzazione dei desideri». L’idea che divenisse poligono di tiro per la malavita non era compresa nelle intenzioni dell’artista.