12.9 C
Napoli
mercoledì, Aprile 2, 2025
PUBBLICITÀ

La napoletana Valentina Petrillo è la prima atleta paralimpica transgender

PUBBLICITÀ

Correndo oggi in 58″35 nella quarta batteria dei 400 metri donne T12, in cui si è piazzata seconda guadagnando l’accesso alle semifinali, l’azzurra Valentina Petrillo è diventata la prima atleta dichiaratamente transgender a gareggiare in una Paralimpiade.

“E’ il momento più importante della mia carriera”, ha poi detto ripensando anche a quando aveva fallito la qualificazione per Tokyo 2020.
Petrillo ha 50 anni e ha partecipato per la prima volta a una gara femminile nel 2020, un anno dopo aver iniziato il processo di transizione di genere: nel 2019 aveva cominciato infatti una terapia ormonale per la femminilizzazione.

PUBBLICITÀ

La ‘World Para Athletics’, la federazione internazionale dell’atletica leggera paralimpica, ha esaminato il caso e ha stabilito che Petrillo potesse gareggiare con le donne. L’anno scorso è stata bronzo ai Mondiali, ora sogna il podio anche alle Paralimpiadi.
Afflitta fin da quando aveva 14 anni dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa a causa della quale diventò ipovedente, praticava la Para Atletica (“il mio idolo è sempre stato Pietro Mennea”) anche quando era un uomo, al punto da vincere 11 undici titoli italiani. Poi il coming out per dire che desiderava e si sentiva essere una donna e il successivo periodo di transizione. Ora ha realizzato il sogno di partecipare a una Paralimpiade, aspettando la semifinale di stasera.

Intanto  pero, per Il Telegraph, quotidiano inglese da sempre conservatore, c’è però qualcosa che non torna:

Questa è un’atleta che non è mai stata una bambina. L’italiano è un padre di due figli che gareggiava ancora a 45 anni come uomo, che ha vinto titoli nazionali di atletica leggera maschile e la cui autorappresentazione nel 2021 era quella di un «duro che avrebbe parlato male delle donne, che ti avrebbe dato l’idea di essere sessista». Eppure lunedì mattina (ossia oggi) allo Stade de France, Petrillo, per gentile concessione della codardia istituzionale a tutti i livelli, si schiererà nella classifica dei non vedenti dei 400 metri come donna. Non c’è alcuna ambiguità biologica su Petrillo. In un documentario diceva: «Puoi vedere che sono un uomo». Ma Petrillo si sente comunque in diritto di entrare nella categoria femminile per amore della «felicità». Dove sia la felicità delle donne che non possono partecipare alle Paralimpiadi per la sua presenza, è un mistero“.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Sgomberati da Secondigliano, Very e Sasy mostrano la nuova casa

Ieri è stato sgomberata la casa popolare di Very e Sasy da Secondigliano, ma la coppia di tiktoker sta...

Nella stessa categoria

PUBBLICITÀ