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giovedì, Maggio 2, 2024
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Arrestata Maria ‘a bionda, organizzava finti matrimoni da Ponticelli a Milano

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Chi voleva un permesso di soggiorno illegalmente chiamava Maria ‘a bionda o zia Maria. Questo sono solo due dei soprannomi di Matilde Macciocchi, 61enne residente nel quartiere di Ponticelli, accusata di aver organizzato decine di matrimoni di comodo. Per gli investigatori venivano reclutate donne compiacenti o povere che erano disponibili a contrarre matrimonio.

Se vieni adesso tengono pronta la ragazza, non ti preoccupare ci mettiamo d’accordo. Mi conoscono tutti da Milano a Napoli”, così parlava zia Maria durante una conversazione intercettata nel 2019. La cosiddetta Maga dei promessi sposi è stata aiutata dalla sua factotum Antonietta Noletto, anche lei finita in carcere.

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IL BLITZ CONTRO I FINTI MATRIMONI

Stamattina nelle province di Napoli, Caserta, Bergamo e Milano, i Carabinieri della Compagnia di Caserta, con il supporto di quelle territorialmente competenti, a conclusione di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dall’ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della citata Procura, nei confronti di 18 soggetti.

Sono gravemente indiziati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata a favorire l’illecito ingresso e l’indebita permanenza nel territorio italiano di stranieri clandestini e irregolari. Cinque persone sono finite in carcere, altre 11 invece ai domiciliari. Per altri due indagati, invece, disposto l’obbligo di dimora. Gli indagati sono 5 stranieri e tredici italiani, tra cui due donne.

IL SISTEMA DEL MATRIMONIO DI COMODO

L’attività investigativa, avviata nel luglio 2019, consentiva di individuare una consolidata
consorteria che aveva come finalità principale il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul territorio italiano attraverso lo schema del cosiddetto “matrimonio di comodo” tra cittadini compiacenti. I residenti in Italia intascavano fra 5000 e 6500 euro in contanti in cambio della loro disponibilità un corrispettivo in denaro e in cambio gli immigrati potevano richiedere il rilascio del permesso di soggiorno.

L’attività tecnica esperita consentiva di ricostruire le ramificazioni del sodalizio nei comuni di Napoli, Castel Volturno, Mondragone, San Cipriano d’Aversa e Avezzano. Nel corso dell’attività d’indagine, inoltre, riscontrati più di 40 matrimoni fittizi ed accertato un volume di affari di quasi 200mila euro quale provento dell’attività delittuosa. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte a indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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I PRECEDENTI DI MARIA ‘A BIONDA

Maria ‘a bionda finì nei guai già nel dicembre del 2012, quando fu accusata di aver adescato cittadini italiani in difficoltà economiche. Dunque dietro un compenso in denaro che variava dai mille ai duemila euro, si fecero sposare persone provenienti dalla Tunisia, dalla Cina e dal Marocco.

Le indagini evidenziarono una vera e propria struttura delinquenziale, attiva a Napoli e provincia, per l’organizzazione di matrimoni di comodo tra italiani e persone di diverse nazionalità. Tutto ciò consentiva agli immigrati l’ingresso, solo apparentemente legale, sul territorio nazionale.

UNA BIONDA ATTENTA A TUTTO

Maria si occupava di fornire i soldi per fare le foto di identità, predisporre le pratiche per la richiesta del passaporto, effettuare prenotazioni dell’aereo e fissare l’albergo per il cittadino italiano che si recava all’estero. Inoltre dava le direttive per i collegamenti all’estero tra i due “promessi sposi”, forniva indicazioni sul ritorno in Italia, si occupava delle pratiche per la regolarizzazione dello straniero in Italia, provvedendo a tutte le incombenze economiche.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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