Giugliano, 2 lug. (Adnkronos) – Due discariche site sul territorio di Giugliano nel Napoletano sono state sottoposte a sequestro preventivo d’urgenza su disposizione dei pm della Dda di Napoli, Raffaele Marino, Giuseppe Narducci e Alessandro Milita. Le discariche erano nella titolarita’ della societa’ Resit Srl, aree successivamente acquisite in gestione dal Consorzio Na3 in esecuzione di ordinanze del sub-commissario di governo, Giulio Facchi. E proprio nelle ultime ore sono stati nuovamente perquisiti gli uffici di Facchi, ex vicecommissario per l’emergenza rifiuti e oggi consulente del presidente della Regione, Antonio Bassolino, per il settore smaltimento. Per lui un nuovo avviso di garanzia con l’ipotesi di accusa: smaltimento abusivo di rifiuti. Secondo gli inquirenti lo smaltimento di rifiuti non pericolosi, nella zona del giuglianese, sarebbe stato autorizzato o avallato da ordinanze sub-commissariali ritenute illegittime. In particolare, secondo gli inquirenti, nel periodo che va dal 2001 ad oggi, sui siti in questione -gia’ coinvolti in passato in un’attivita’ di smaltimento priva di presidi adeguati alle matrici ambientali- era stata realizzata una prolungata attivita’ di conferimento di rifiuti con modalita’ ritenute illegali e in assenza di garanzie sufficienti per la tutela ambientale.
Sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, attraverso ”artefatti provvedimenti sub-commissariali, anche diretti a dissimulare la reale natura dello smaltimento dei rifiuti sotto forma di depositi o stoccaggi provvisori, ordinanze e dispositivi spesso emanati nella concreta assenza dei poteri e invadendo o esautorando competenze di altri enti” veniva ripristinata l’operativita’ di discariche ormai chiuse e oggetto di precedenze ordinanze di messa in sicurezza. Secondo i magistrati veniva anche consentito lo sfruttamento di cave che erano state realizzate abusivamente.Secondo i magistrati il fatto che nel tempo non ci fossero state adeguate cautele da parte dei gestori e degli enti autorizzatori e di controllo ha contribuito a provocare l’inquinamento delle acque di falda sotterranee alla discarica. Secondo i rilevamenti per quanto riguarda, per esempio, il ferro era pari al 35% rispetto al valore massimo. Tutto cio’ con conseguente probabilita’ di avvelenamento delle stesse falde. Sono tuttora in corso indagini preliminari da parte della Direzione investigativa antimafia coadiuvata dai carabinieri per la tutela dell’ambiente.
(Sia/Zn/Adnkronos)
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