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sabato, Giugno 28, 2025
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Stanato l’ultimo latitante dei Mallardo

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Marino Sessa, 42 anni, elemento di spicco del clan Mallardo latitante dal 6 giugno 2012, è stato arrestato dai carabinieri che gli hanno notificato una ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli per associazione a delinquere di stampo mafioso. I militari dell’Arma lo hanno individuato e bloccato presso la sua abitazione in via Abba a Giugliano. Il 42enne deve rispondere di delitti contro la persona, il patrimonio e finanziari (estorsioni, usura, porto abusivo di armi, riciclaggio e reimpiego di denaro provento di delitto ecc.). Sessa era tra i destinatari di un provvedimento che ha portato in carcere 47 affiliati ed elementi di vertice del clan, nel corso di una inchiesta che ha svelato un patto e una cassa comune tra tre cosche (Mallardo, gruppo Bidognetti dei Casalesi e Licciardi) per meglio gestire i traffici e lo spaccio di droga.

MarinoSessa era tra i desti
natari di un provvedimento
che ha portato in carcere
oltre quaranta persone tra
ras e gragari di varie organizzazioni. Era infatti coinvolto in un’inchiesta che ha
svelato un ‘patto’ e una
‘cassa comune’ tra i gruppi
Mallardo, Bidognetti dei
Casalesi e Licciardi. Gli
accordi – hanno ricostruito
gli inquirenti – erano finalizzati a una gestione più fluida
dei traffici illeciti. Gli inquirenti, nel corso dell’inchiesta, scoprirono che le organizzazioni Avevano deciso
di unire le forze per dare
vita a un’alleanza in grado
di controllare una vasta area
compresa tra Napoli e Giugliano. Nell’operazione
denominata ‘Lilium’ furono
destinatari dell’ordinanza di
custodia cautelare in carcere
anche quelli che, secondo gli
inquirenti erano al vertice
dei gruppi criminali coinvolti. L’indagine dei carabinieri, supportata da una com-
plessa attività d’intercettazione e dalle dichiarazioni di
diversi collaboratori di giustizia, confermò l’esistenza
di solidissimi rapporti tra i
Mallardo e i Licciardi della
Masseria Cardone, rapporti
che, insieme con quelli
intrecciati con il clan Contini del Vasto, avevano dato
vita alla cosiddetta ‘Alleanza di Secondigliano’. I militari del Ros, infatti, scoprirono, che i Mallardo avevano consentito ai Licciardi di
occuparsi dello spaccio di
stupefacenti sul territorio
giuglianese. Un altro aspetto
su cui si concentrò l’attività
dei carabinieri è il rapporto
esistente tra i Mallardo e il
gruppo riconducibile al boss
detenuto Francesco Bidognetti di Casal di Principe. I
‘bidognettiani’, infatti,
scompaginati da numerosi
arresti e dalle ‘defezioni collaborative’, erano stati
costretti a chiedere l’aiuto
degli ‘amici’ di Giugliano e
di Secondigliano assicurare
la propria sopravvivenza. Da
questi accordi, voluti da
Francesco Diana, diventato
poi collaboratore di giustizia, aveva preso vita quello
che gli inquirenti definiscono un ‘gruppo misto’. La
‘nuova’ alleanza, non solo
aveva permesso ai Bidognetti di mantenere il controllo della loro zona d’influenza, ma di farli partecipare anche alla spartizione
delle estorsioni raccolte nei
territori di Giugliano, Licola, Qualiano e Villaricca,
storicamente controllati dai
Mallardo.

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Era il 6 giugno del 2012 quando il Ros dei carabinieri fece scattare un’operazione all’alba in cui furono coinvolte 47 le persone in Campania, Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia, portando a 50 le persone coinvolte nell’operazione `Lilium – Gruppo Misto’. I reati contestati furono associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e detenzione di armi da guerra. I provvedimenti restrittivi scaturirono dalle indagini avviate nel 2009 dal Ros su delega della Dda partenopea, nei confronti dei clan camorristici attivi nei comuni di Giugliano in Campania, Castel Volturno e del litorale domizio.
Tra i destinatari della misura cautelare scattata nel giugno 2012 figuravano anche i reggenti del clan Mallardo tra cui Raffaele Mallardo, che aveva assunto la direzione dell’organizzazione camorristica dopo la cattura degli esponenti apicali Feliciano Mallardo detto `o sfregiato’ e Giuseppe Dell’Aquila, soprannominato `Peppe `o ciuccio’, catturati nel 2011, e in seguito alla latitanza di Francesco Napolitano alias `Francuccio o’ napulitano’. Raffaele Mallardo `Lelluccio Schicchirò’ e Giuliano Amicone avevano, infatti, preso le redini del clan con una precisa ripartizione di compiti e di territorio anche nelle attività estorsive.
Tra le ordinanza di custodia cautelare emesse nel 2012 dalla procura, figuravano i nomi di Giuliano Amicone, Michele Di Nardo, Raffaele Mallardo, Biagio Micillo, Giacomo Palma, Giuliio Pennacchio, Mario Quaranta, e quello di Marino Sessa arrestato questa sera. I carabinieri del Ros eseguirono anche un decreto di sequestro di beni per diversi milioni di beni.

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