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«IL FATTO NON SUSSISTE», SCAGIONATO L’EX SINDACO DI VILLARICCA
Politica e camorra, Mastrantuono era stato condannato a sei anni

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VILLARICCA. Assolto per non aver commesso il
fatto. Con questa formula la scorsa notte la Corte di Assise di
appello di Napoli ha scagionato l’ex ministro degli Interni
Antonio Gava dall’accusa di associazione camorristica per
presunti legami con il clan Alfieri. Per l’ex esponente di punta
della Democrazia Cristiana e’ giunta la conferma di quanto
stabilito dai giudici di primo grado ad eccezione della formula
che nella precedente circostanza fu piu’ ampia (”perche’ il
fatto non sussiste”).
Il verdetto di ieri comunque potrebbe non essere l’ultimo su
questa clamorosa vicenda giudiziaria che si trascina da 12 anni:
la procura generale, che attraverso il pg Claudio Roda’ aveva
chiesto la condanna di Gava a 10 anni di reclusione, potrebbe
infatti ricorrere in Cassazione. Ma occorrera’ comunque –
sottolineano fonti della procura – leggere le motivazioni della
sentenza. Alla Suprema Corte si rivolgeranno senz’altro anche
gli unici due esponenti politici condannati ieri notte: gli ex
parlamentari Francesco Patriarca (nove anni di reclusione) e
Vincenzo Meo (otto), nonche’ l’imprenditore Giuseppe Apreda al
quale sono stati inflitti quattro anni e sei mesi di reclusione
con il ribaltamento della sentenza di assoluzione emessa in
primo grado.
Un altro verdetto ribaltato in appello riguarda la posizione
di Raffaele Mastrantuono, ex parlamentare socialista ed ex sindaco di Villaricca, al quale
sono stati cancellati i sei anni di reclusione che gli erano
stati inflitti dalla Corte di Assise.
L’inchiesta, fondata principalmente sulle rivelazioni dei
pentiti Pasquale Galasso e Carmine Alfieri (quest’ultimo un
tempo a capo della piu’ potente organizzazione camorristica
attiva nel Napoletano), approdo’ il 28 marzo 1993 nell’emissione
degli avvisi di garanzia firmati dai magistrati della Direzione
distrettuale antimafia. Per gli inquirenti vi sarebbe stata una
saldatura dei rapporti tra i politici e il clan Alfieri, rimasto
padrone del campo in seguito alla sconfitta dell’organizzazione
rivale capeggiata da Raffaele Cutolo. I favori ai boss, secondo
l’accusa, sarebbero stati ricambiati dagli appoggi elettorali ai
politici collusi.
Gava, assistito dall’avvocato Eugenio Cricri’, e’ stato
scagionato in entrambi i giudizi di merito che ha affrontato.
Per gli altri politici coinvolti i giudici di primo grado e di
appello hanno avuto valutazioni diverse o, come nel caso di
Mastrantuono, divergenti.




30 aprile 2005

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