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sabato, Giugno 28, 2025
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Scandalo mazzette ai vigili, arriva la sentenza. Ecco le pene per ex agenti, impiegati comunali ed imprenditori. NOMI E CONDANNE

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E’ stata emanata poco fa dalla Settima Sezione della Corte di Appello di Napoli la sentenza del processo “Mattone Selvaggio”, che vede come imputati ex vigili urbani, imprenditori ed ex dipendenti del Comune di Giugliano, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, concussione, corruzione e falso in atto pubblico. Giudizio per 26 dei 39 arrestati nel blitz del 2008 che hanno scelto il rito ordinario, mentre gli altri 16 che hanno optato per la formula del rito abbreviato sono stati già condannati in Cassazione. Alcuni di loro, chiesero il reintegro al lavoro, ma nel giugno scorso, arrivò lo stop della commissione straordinaria che si oppose fino alla sentenza della Cassazione. Ridotte le pene per molti degli imputati, grazie soprattutto per l’avvenuta prescrizione di molti reati.

Ecco la sentenze.

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– Pietro Ferrillo (vigile) a due anni e 6 mesi interdiz temporanea dai pubblici uffici per durata della pena)
– Francesco Porcaro (tecnico comunale) 2 anni e 6 mesi (revoca interd. temporanea pubblici uffici)
– Teresa Migliaccio di Stazio (vigile) due anni pena sospesa
– Fiorenza dell’Aquila (vigile) un anno e sei mesi pena sospesa
– Attilio Di Tota (vigile) due anni e due mesi di reclusione (interdiz temporanea dai pubblici uffici per durata della pena)

– Francesco Fontana (Imprenditore) un anno e sei mesi (revoca interd. temporanea pubblici uffici)
– Angelo Granata (vigile) due anni e 4 mesi (interdiz temporanea dai pubblici uffici per durata della pena)
– Antonio Iacolare (vigile) tre anni e due mesi
– Antonio lannone (dipendente comunale) un anno e 8 mesi
– Francesco Iovinella (vigile) quattro anni (interdiz temporanea per 5 anni e revoca interdizione legale)
– Domenico Pelliccia (imprenditore) due anni e 9 mesi e 20 giorni (revoca interd. temporanea pubblici uffici e revoca confisca)
– Aniello Sgariglia (imprenditore) un anno e due mesi pena sospesa
– Giuseppe Arcieri (vigile) due anni e due mesi
– Francesco Cacciapuoti (vigile) due anni e quattro mesi
– Luigi Giovine (vigile) due anni e due mesi
– Giuliano Liguori (imprenditore) due anni
– Angelo Maisto (vigile) due anni e due mesi

Dichiara di non procedere per tutti i reati a loro ascritti per De Luca Francesco, Gennaro Drago, Antonio De Napoli, Giuseppe Piccolo, Carmine Petraio, Giuseppe Spina , Giovanni Russo per intervenuta prescrizione.

Dichiara di non doversi procedere per sopravvenuta morte per Renato Ciccarelli

Assolti: Cante Anna in parte per non aver commesso il fatto e dichiara di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per altri reati

Condannati Arcieri, Cacciapuoti, Giovine e Maisto al pagamento delle spese processuali;

Condannati Arcieri, Cacciapuoti, Dell’Aquila, Di tota, Ferrillo, Fontana, Giovine, Granata, Iacolare, Iannone, Maisto, Migliaccio, Pelliccia Porcaro e Sgariglia a rifondere le spese per la parte civile in 2500 euro.

Secondo gli avvocati degli imputati non sussisteva il reato di associazione a delinquere, cioè non esisteva nessun patto né tantomeno una cassa comune bensì si trattava di un malcostume generale del corpo di polizia municipale.

Ora la parola passa al collegio difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Pasquale Pianese, Michele Giametta, Nello Palumbo, Giuseppe Pellegrino, Paolo De Angelis, Antimo D’Alterio, Carlo De Pascale, Maria Rosaria Maisto, Ettore Stravino, Filippo Trofino, Raffaele Quaranta, Antonio Russo, Giuseppe Fusco, Michele Cerabona, Antonio Dell’Aquila, Matto Casertano, Biagio Borretti. Adesso non resta che l’ultimo passaggio in Corte di Cassazione.

La vicenda, lo ricordiamo, suscitò molto scalpore quando nel maggio del 2008, nel corso dell’operazione finirono in manette 39 persone. Tutto partì dalla denuncia di una donna che aveva ‘lamentato’ alle forze dell’ordine un tentativo di violenza sessuale da parte di un vigile (agente poi prosciolto dall’accusa) disposto a chiudere un occhio su dei lavori ‘irregolari’ solo in cambio di sesso. Intercettazione dopo intercettazione, i pm sono riusciti a ricostruire il giro di affari che pubblici ufficiali e pubblici: amministratori avevano messo in piedi sulle opere fuorilegge. Un giro di tangenti imposte ai grossi imprenditori e ai piccoli privati. Il sistema era semplice: pagare per poter terminare la realizzazione dei lavori.

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