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giovedì, Aprile 24, 2025
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I Di Lauro alzano il tiro, ucciso il cugino di Gennaro Marino ‘McKay’: nel mirino i parenti degli Scissionisti

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Il dicembre del 2004 fu un mese di sangue. La faida tra i Di Lauro e i gruppi della galassia scissionista cominciò a maturare le prime vittime illustri. In quelle settimane gli uomini di via Cupa dell’Arco scatenarono una guerra senza esclusione di colpi contro affiliati al clan Marino delle Case celesti. Una risposta di sangue alla scelta del loro capo, quel Gennaro Marino detto ‘McKay’ che aveva osato ribellarsi al capoclan. L’11 dicembre la mattanza ricomincia con l’uccisione di Massimo Marino, cugino di Gennaro, una risposta all’omicidio di una sentinella dei Di Lauro avvenuta qualche ora prima. Quest’ultimo era fratello di Giovanni De Luise organico al gruppo di fuoco del clan Di Lauro. Massimo Marino abitava invece a Casavatore e da qualche settimana si era trincerato nella sua villetta a due piani: questo perché la faida aveva iniziato a colpire anche i parenti degli affiliati, anche coloro che con la malavita non c’entravano nulla. Il clan Di Lauro provò lo stesso a colpire Marino e vi riuscì: due killer, in sella ad una moto di grossa cilindrata, parcheggiarono il mezzo all’esterno della villa e mentre uno dei killer era intento a scavalcare notò Massimo Marino in giardino in compagnia della moglie e della sorella. Fu così facile per il killer sfruttare quel momento di distrazione di Marino, puntare alla testa e alla schiena e fare fuoco. Tutto in pochi secondi. Il tempo dell’ennesimo morto ammazzato: questa volta un nome ‘pesante’. Il caso volle che all’obitorio il corpo di Marino si trovasse accanto a quello di De Luise, ucciso poche ore prima nella 219 di Melito. I parenti di Marino riconobbero in Giovanni De Luise, accorso lì per stare vicino alla famiglia, l’uomo che aveva sparato poco prima al loro congiunto. De Luise venne così arrestato con l’accusa di omicidio ma a distanza di anni un pentito svelò i retroscena di quell’omicidio: con una sentenza passata in giudicato alla pena dell’ergastolo grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Lombardi si scoprì che i parenti di Massimo Marino si sbagliarono, Giovanni De Luise non era il killer che arrampicatosi sul muro aveva massacrato il loro parente. Tale omicidio fu commesso materialmente da Gennaro Puzella killer del sodalizio di via Cupa dell’Arco poi pentitosi e diventato il grande accusatore di Cosimo Di Lauro.

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