Gli agenti della Polizia Locale sono intervenuti, per una operazione mirata al contrasto della
commercializzazione di prodotti contraffatti a Napoli. Il sequestro della merce contraffatta ha avuto luogo in un negozio in
Via Capitelli nel centro storico. Gli agenti hanno sottoposto a sequestro amministrativo centinaia di articoli di pelletteria – tra zaini,
portafogli e marsupi – recanti marchi contraffatti riconducibili a una nota casa di moda statunitense.
La merce, esposta in modo visibile all’interno di un esercizio commerciale, è risultata priva di qualunque attestazione di originalità e genuinità del
marchio, configurando così la violazione dell’art. 474 del Codice Penale. Quest’ultimo punisce l’introduzione nello Stato e la messa in commercio di prodotti industriali con segni mendaci. Il materiale sequestrato è stato messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente. Quest’ultima si occuperà anche del titolare dell’attività, un
cittadino del Bangladesh. Suddetto dovrà rispondere per contraffazione e per danno all’industria nazionale, ai sensi dell’art. 517 del Codice Penale.
Merce contraffatta a Napoli
Caso simile anche a San Giuseppe Vesuviano, dove la guardia di finanza ha scovato un deposito con diciottomila capi di abbigliamento, con loghi ricamati e completi di etichette e cartellini. Una montagna di tute e magliette, per un valore di mercato stimato di oltre 800mila euro. Il sequestro testimonia il giro di affari intorno ai gadget falsi del Napoli, che ha portato anche alla riconversione di fabbriche del falso.
Le maglie e le tute erano state confezionate con cura dei dettagli riproducendo i modelli della stagione 2022-23, edizione speciale, con il logo Emporio Armani “EA7” e la scritta D10S. Anche il codice QR funziona e riporta al sito di Armani, dando l’impressione di avere tra le mani un prodotto certificato. Una perfetta contraffazione del marchio originale. Non sarebbe stato difficile spacciarle per originali e venderle come tali, quindi fino a 85 euro al pezzo. Smerciate come false, a circa 40 euro, avrebbero invece fruttato oltre 800mila euro. Gran parte di questi prodotti di buona fattura vengono acquistati dalla Turchia, dove la qualità è alta e i prezzi sono invece molto bassi. In Italia arrivano già completi, spesso negli opifici clandestini vengono effettuate soltanto le operazioni conclusive come quelle di ricamo dei loghi.