Ha sfidato il clan di camorra e ha rischiato la vita, però, la sorte ha aiutato Antonio Di Lernio che è riuscito a sfuggire ai colpi di pistola esplosi dal commando. Secondo l’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia il mandante dell’agguato fu Roberto De Bernardo, Francesco Pellegrino l’organizzatore e Daniele Baselice l’autore materiale. La sera del 27 febbraio 2017 il pusher del parco Fiordaliso, conosciuto nell’ambiente con il soprannome di Gabbibo, è riuscito ad evitare i proiettili partiti da una distanza di circa 5 metri.
IL MOTIVO DELL’AGGUATO CONTRO IL GABBIBBO
Il gruppo De Bernardo avrebbe comprato la cocaina dai Mazzarella per poi rivenderla nelle piazze di spaccio di Somma Vesuviana e Sant’Anastasia, qualora qualcuno si fosse sottratto alla regola criminale sarebbe stato in serio pericolo. Proprio per questo motivo sarebbe stato organizzato l’attentato contro Di Lernio ciò è stato raccontato da Baselice, ex fedelissimo del boss e oggi collaboratore di giustizia.
“Le motivazioni del tentato omicidio al Gabibbo sono riconnesse alla sfida che abbiamo percepito quel giorno quando egli si presentò a un appuntamento con noi armato di una pistola. Aggiungo che quel giorno aveva detto di non voler prendere più la droga da noi. Fino a quel momento non avevamo avuto concreti problemi di pagamento da parte sua. Da noi la doveva prendere a 55 euro al grammo, prezzo sicuramente maggiorato rispetto a quello che poteva ottenere altrove ma si trattava del prezzo del sistema. A quel punto lo vedemmo scendere dal palazzo dove lui abitava con la mamma al terzo piano perché era litigato con la moglie. Erano le 8/9 di sera ed era buio. Quindi, era armato solo E.L e mise la mano dentro la ringhiera per sparare, a una distanza di circa 5/6 metri mentre io mi recavo verso un altra ringhiera per preparare la fuga e indicare la stessa via a E. che non conosceva i luoghi“, spiega il pentito.