Lo chef stellato Antonino Cannavacciuolo si racconta in una nuova intervista a La Repubblica, con la spontaneità e l’ironia che da sempre lo contraddistinguono. Alla soglia dei 50 anni, che compirà il 16 aprile, riflette sul tempo che passa, sulla forma fisica ritrovata e sull’orgoglio per le proprie origini meridionali.
“Mi sento ancora un ragazzino“, afferma sorridendo, “Mi sono fermato ai diciotto perché contare gli anni è roba da vecchi.”
Il celebre giudice di MasterChef ha condiviso anche il percorso che lo ha portato a dimagrire, sottolineando come non ci siano stati segreti miracolosi, ma solo una scelta precisa: mangiare in modo più equilibrato e ascoltare il proprio corpo.
“Io mi sono fatto il mio motto: ‘La colazione è tua, il pranzo lo dividi con un amico, la cena lasciala al nemico‘”, ha detto.
“Colazione abbondante, pranzo leggero e cena quasi nulla“, spiega, aggiungendo che si tratta di un approccio semplice, ma efficace per lui.
Antonino Cannavacciuolo: “Felice di essere un terrone”
Nonostante la sua popolarità e il carisma che trasmette sul piccolo schermo, Antonino Cannavacciuolo ammette di non vedersi come un sex symbol. “Io sexy? Ma dai… sono uno normale. C’è chi mi trova simpatico, chi mi vede grosso e basta. L’importante è stare bene con se stessi.”
Uno dei momenti più toccanti dell’intervista riguarda le sue radici. Cresciuto in Campania, lo chef non ha mai dimenticato le sue origini contadine. Anzi, le rivendica con orgoglio: “Quando mi chiamano terrone sorrido. Vengo dalla terra, da una famiglia che ha sempre lavorato duro. Essere terrone per me significa avere radici profonde e valori solidi.”
Nel parlare della sua vita privata, Cannavacciuolo dedica parole dolci a sua moglie Cinzia, da sempre al suo fianco nella vita e nel lavoro. “Lei mi conosce come nessun altro. Sa quando spingermi e quando lasciarmi in pace. Senza di lei non sarei l’uomo né il professionista che sono oggi“, ha confessato.
Tra successo, umiltà e autenticità, Antonino Cannavacciuolo continua a essere uno degli chef più amati d’Italia, capace di unire l’alta cucina al cuore del Sud da cui proviene.