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venerdì, Aprile 26, 2024
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Dieci anni fa finiva la latitanza di Antonio Iovine, oggi ‘o Ninno è un pentito dei Casalesi

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Dieci anni fa finiva la latitanza di ‘o Ninno ed oggi il boss dei Casalesi oggi è un pentito. Era il 17 novembre del 2017 quando Antonio Iovine fu tradito dal Roccobabbà, un dolce molto diffuso a Casal di Principe. La primula della camorra casertana era nascosta a pochi metri dalla caserma dei carabinieri. Una latitanza durata oltre quattordici anni. Tanti da permettere agli archivi della questura di avere sue foto solo in bianco e nero.

‘O ninno si nascondeva nella sua terra, protetto dalla gente che lo ha visto nascere, crescere e seminare il terrore. Una latitanza lunghissima tradita soltanto dal dolce che tanto gli piaceva: il roccobabà. Il lunedì antecedente alla cattura era stata infatti intercettata una telefonata in cui si avanzava all’interlocutore una richiesta ritenuta insolita come quella dell’acquisto di un roccobabà, il tipico dolce di Casal di Principe a base di crema, cioccolato fondente. Una vera prelibatezza di cui, sembra, il boss andava pazzo. Sarebbe stata tale circostanza a indurre negli investigatori il fondato sospetto sulla presenza di Iovine nella abitazione di via Cavour a Casal di Principe.

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IL PENTIMENTO DI ‘O NINNO

Nel maggio del 2014 Antonio Iovine decise di iniziare a collaborare con la giustizia. Da quella data Iovine cominciò ricostruire ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli il complesso delle attività e dei rapporti di uno dei più potenti clan di camorra. Dalla gestione delle attività criminali, alle guerre fra clan ai rapporti con esponenti politici.

Iovine da sempre considerato uno dei quattro capi del clan dei Casalesi, insieme a Francesco Bidognetti, Francesco Schiavone (conosciuto come Sandokan) e Michele Zagaria. Condannato all’ergastolo in via definitiva al termine del processo “Spartacus”, il più importante contro i Casalesi.

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