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sabato, Aprile 20, 2024
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Positivo al Covid nel carcere di Poggioreale: «In cella con altri detenuti, non c’è distanziamento»

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Una bomba epidemica. E’ quella che si rischia nel carcere di Poggioreale dove ogni giorno si conta un positivo al Covid in più. Nello specifico sono stati accertati 102 casi nel carcere di Poggioreale. Una situazione di estrema criticità testimoniata da una drammatica lettera inviata da un detenuto, risultato positivo al Covid. L’uomo, Raffaele Di Grazia, tramite il suo legale, l’avvocato Gandolfo Geraci, ha scritto di suo pugno una missiva in cui racconta il dramma che si sta consumando all’interno delle celle. Una lettera che arriva a poche ore dalla notizia di un detenuto morto di Covid proprio nel carcere napoletano (leggi qui l’articolo).

«Sono costretto a condividere la mia quarantena con altri sei detenuti in un’unica cella. Non sono state messe in atto misure anti-contagio adeguate lasciando le celle aperte a regime dinamico, mettendo in quarantena un’unica cella senza un’adeguata misura di sanificazione o spostamenti specifici tra reparti specifici per quarantena». I detenuti specificano che il contagio si sarebbe propagato nel padiglione Venezia a causa di un uomo che, prima di essere stato trasferito in comunità, è stato trasferito in quest’ala del carcere di Poggioreale:«Così il virus si è propagato provocando il diffondersi dell’epidemia tra noi detenuti tra cui uno grave che è stato portato all’ospedale Cardarelli di Napoli a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni. In seguito al risultato dei tamponi effettuati a pandemia già in corso i detenuti sono stati suddivisi tra positivi e non positivi in stanze non sanificate nello stesso reparto riunendo i carcerati positivi da un minimo di sette o nove persone a un massimo di tredici».

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Nonostante queste misure il rischio contagio rimane alto come si evince da un altro passaggio della lettera:«Gli spazi del passeggio e i telefoni del reparto sono condivisi tra detenuti positivi e non e non assistiamo alle necessarie opere di sanificazione». Il vero alleato del virus è il sovraffollamento grazie al quale non si riesce ad arginare la diffusione. «Nel nostro padiglione ci sono tossicodipendenti, malati di Hiv, epatite, detenuti che necessitano di cure costanti. Non ci sono strumenti funzionanti nella struttura, l’altro giorno il termometro era sprovvisto di batterie, dopo essere state sostituite dall’infermiere di turno davano una temperatura di 33,3 gradi, ovviamente non corretta e mi è stata misurata la temperatura con il termometro al mercurio risultando di 38,5 gradi. Solo a quel punto sono stato trasferito al pronto soccorso interno dove viene ripetuta la misurazione con un termometro elettronico risultando 36,6. Mi è stata data una pasticca di Bentelan e senza approfondire il caso sono stato riportato nel padiglione di provenienza. La mia preoccupazione riflette quella degli altri detenuti». Sulla situazione a Poggioreale è intervenuto anche Pietro Ioia, garante cittadino dei detenuti:«La situazione è esplosiva, il vero problema è il sovraffollamento. E’ successo quello che non avremmo mai voluto accadesse. Ormai la pandemia sta prendendo il sopravvento e i carcerati hanno poco spazio, difficilmente potranno difendersi da questa pandemia che porterà sulla coscienza in primis il ministro della giustizia Bonafede».

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