I fuochisti sono già pronti a mettere sul mercato nero, il grande botto di fine anno: la “bomba Kvara”, il terribile botto che prende spunto dal nuovo giocatore e idolo del Napoli: quello più in voga del momento, come appunto Khvicha Kvaratskhelia quest’anno.
Una “usanza” che risale a decenni fa, e che nella “bomba di Maradona” vide il suo capo più noto. Ma anche quelle di Careca, Zola fino ad arrivare in tempi recenti alla “bomba Cavani” e alla “bomba Higuain”. Altre bombe erano anche “dedicate” a personaggi della politica o a eventi che avevano caratterizzato l’anno (come la “bomba Bin Laden”, divenuta nota dopo gli Attentati alle Torri Gemelle del 2001 e la bomba “Covid” ispirata alla pandemia).
Se il mercato nero dei fuochi d’artificio è all’opera significa che gli italiani nonostante i vari divieti emessi hanno deciso di dare il benvenuto al 2023 a suon di botti non disdegnando l’interesse per il mercato nero.
L’AVVISO DEI CARABINIERI
Per questo, come sempre, in prossimità delle festività di fine anno il comando provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia promuove la campagna di sensibilizzazione “Usa la testa non rovinarti la festa”, rivolta soprattutto ai giovani, per educarli al corretto uso dei fuochi pirotecnici legali e disincentivare l’acquisto dei pericolosissimi fuochi illegali, che spesso provocano tante vittime, specie nei giovani in età adolescenziale. Anche quest’anno, il campionario dei fuochi d’artificio è assortito, ma anche estremamente pericoloso, specie di quelli proibiti.
UN PERICOLO DA 500 GRAMMI
La new entry, potrebbe quindi essere la ‘Bomba Kvara’, lo spauracchio del Capodanno 2023 che non poteva non essere legata al nuovo idolo calcistico. Nuovo nome per adeguarsi all’attualità, e con un potenziale distruttivo sempre più grande giacché può contenere sino a 500 grammi di miscuglio esplosivo. Questo il nuovo botto, ovviamente illegale, che pare si stia diffondendo sul mercato parallelo dei fuochi d’artificio per Capodanno che altro non è che la riproposizione potenziata dei consueti e pericolosissimi ordigni che ogni anno vengono ribattezzati seguendo la cronaca e l’attualità del momento.
”La battaglia – precisano dal Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia – potrà essere vinta se si riuscirà a far comprendere, soprattutto ai giovani, che il problema è essenzialmente culturale. In questi casi, quasi sempre gli incidenti sono dovuti a disattenzione e non a fatalità”.