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giovedì, Aprile 25, 2024
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Banda del buco a Napoli, arrivano le condanne in Appello per 13 imputati

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Arrivano le condanne in Appello per la banda napoletana accusata di rapine con la tecnica della banda del buco. Davanti alla Corte di Appello di Napoli – seconda sezione penale Presidente Dott.ssa Domenica Miele – è stata pronunciata la sentenza a carico di 13 soggetti. Nel corso della requisitoria il Procuratore Generale, Dott.ssa Valleverdina Cassaniello, aveva avanzato richieste di condanne più miti rispetto alle condanne ricevute in primo grado.

Queste le condanne in Appello 

Per Rosario Lucente 12 anni di reclusione – chiesti 10 anni e 4 mesi (13 anni in primo grado); Gennaro Panaccio 7 anni e 8 mesi di reclusione – chiesti 7 anni e 6 mesi (8 anni in primo grado); Benedetto Ricci 8 anni e 8 mesi – chiesti 9 anni e 2 mesi (9 anni e 8 mesi in primo grado); Salvatore Prinno 10 anni e 4 mesi di reclusione – chiesti 9 anni e 10 mesi (12 in primo grado); Ciro Caso 5 anni e 4 mesi di reclusione – chiesti 5 anni e 6 mesi (6 anni in primo grado); Franco Raiola 7 anni e 4 mesi di reclusione – chiesti 6 anni e 8 mesi (8 anni in primo grado); Salvatore Cortese 8 anni di reclusione – chiesti 8 anni (8 anni e 8 mesi in primo grado); Antonio Cortese 8 anni e 8 mesi di reclusione – chiesti 8 anni e 4 mesi (9 anni in primo grado); Ciro D’Ambrosio 6 anni e 8 mesi di reclusione – chiesti 6 anni (7 anni in primo grado); Salvatore Troise 5 anni e 10 mesi di reclusione – chiesti 6 anni (6 anni e 8 mesi in primo grado); Giuseppe Cacciapuoti un anno e 8 mesi di reclusione – chiesti 2 anni (2 anni e 2 mesi in primo grado); Gaetano Mallardo due anni di reclusione – chiesti 2 anni e 2 mesi (3 anni e 3 mesi in primo grado), Antonio Caccavallo 8 anni di reclusione – chiesti 8 anni e 2 mesi (9 anni in primo grado),

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Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Salvatore Impradice, Matteo Casertano, Giovanni Nappa, Luigi Poziello e Titti Romano.

Come agiva la banda

Tra i colpi di cui è accusato il gruppo, c’è anche quello portato a termine (l’undici giugno del 2019) in danno della gioielleria Trucchi, in Piazza dei Martiri a Napoli. I rapinatori avevano basi ai Quartieri Spagnoli e si erano uniti sotto un’unica bandiera nonostante la provenienza da due gang: una capeggiata da Gennaro Panaccio, un ex Mariano soprannominato “Gennaro e’ Montesanto”, e l’altro da Rosario Lucente. Nel gruppone c’era anche un arzillo 77enne, al quale per l’età sono stati concessi gli arresti domiciliari: Benedetto Ricci, ex operaio fognatore del Comune. Così come non mancava il “palo”: Ciro Caso, che per una settimana prima del colpo si aggirava per piazza dei Martiri. L’indagine ebbe inizio in seguito a un tentativo di rapina commesso, il 27 febbraio 2019, ai danni di un ufficio postale in corso Vittorio Emanuele con la tecnica del buco.

Oltre a Panaccio e Lucente, fondamentali erano le figure di Prinno e Caso, esecutori materiali dei colpi. Gli altri avevano mansioni secondarie, ma pur sempre propedeutiche alla fase esecutiva. L’11 giugno 2019poche ore dopo la rapina nella gioielleria Trucchi, nel rione lotto 0 a Ponticelli dopo un rocambolesco inseguimento, è stata trovata la refurtiva in un appartamento nella disponibilità di Troise.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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