Oltre un secolo di carcere. Questa la decisione presa dal gup Carbone nel processo con rito abbreviato (formula che prevede in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena) per ras e affiliati delle Case celesti di Secondigliano e facenti parte del clan Marino, ‘costola originaria’ della scissione dal clan Di Lauro. Tra le condanne più ‘pesanti’ spiccano quelle per Roberto Manganiello (nipote del boss Gennaro Marino), sua moglie Maddalena Imperatrice e Lorenzo Celentano: i tre sono stati condannati a vent’anni di carcere. Quattordici anni invece per Mariano Isaria mentre è andata decisamente meglio a Luigi Cioffi. Per quest’ultimo il pubblico ministero aveva chiesto ben vent’anni quale gestore e organizzatore della piazza di spaccio considerata da sempre ‘il gioiello della corona’ dei punti vendita dell’area nord.
Grazie alle argomentazioni del suo legale, l’avvocato Rocco Maria Spina, Cioffi si è visto riqualificare la sua posizione di mero partecipe rimediando solo nove anni. Riguardo le altre condanne spiccano i 14 anni per Gaetano Magro, dieci anni per Mario Attrice, quattro anni per Ciro Celentano, nove anni per Salvatore Sanges e otto anni per Raffaele Barretta. Tutti rispondevano di associazione aggravata dalla modalità mafiosa. Tutti furono arrestati nel blitz dell’ottobre 2021 e ritenuti gravemente indiziati del reato di aver costituito una associazione camorristica denominata clan Marino che si avvaleva della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano, operante nei quartieri napoletani di Secondigliano e Scampia. Il blitz fu eseguito dagli uomini della squadra mobile
