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venerdì, Aprile 19, 2024
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Eitan, svolta nelle indagini: mandato di cattura internazionale per il nonno ed il suo autista

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Il gip di Pavia ha emesso un mandato d’arresto internazionale per Shmuel Peleg (63 anni), il nonno del piccolo Eitan, accusato di aver rapito il nipote. Con lui, è ricercato anche l’autista Gabriele Abutul Alon (50enne di origini israeliane). I documenti stanno raggiungendo Israele e Cipro, i due Paesi in cui si trovano il nonno e l’autista.

Un piano premeditato per il rapimento di Eitan

Hanno ordito un “piano strategico premeditato” per rapire il piccolo Eitan – unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone – che era stato affidato alla zia paterna, Aya Biran. È questa l’accusa mossa dalla Procura di Pavia nei confronti del nonno materno e del suo autista. Il gip ha accolto tali accuse, emettendo così due mandati di cattura internazionali.

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Come scrive il Corriere della Sera, l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari e trasmessa alla Procura di Milano viaggerà verso Israele – dove un giudice ha restituito il bimbo alla zia paterna – e verso tutta l’Ue. Secondo gli investigatori, l’azione dei due è stata compiuta con “tecniche paramilitari e di intelligence“.

Il tentativo di corruzione da parte della nonna materna

La Procura di Pavia ha comunicato che i nonni di Eitan hanno operato “alcuni tentativi di corruzione al fine di agevolare il sequestro di Eitan“. Come testimoniato da una cittadina israeliana, ormai da parecchi anni residente in Italia. Questa, lo scorso luglio, sarebbe stata contattata da Esthen Cohenex moglie di Shmuel Peleg e nonna di Eitan. Avrebbe così ricevuto la “proposta di aiutare la donna a portare il bambino in Israele in cambio di una cospicua somma di denaro“. La Procura conferma che la coppia israeliana ha quindi messo in atto un piano ben studiato per organizzare il rapimento del nipote.

La ricostruzione del rapimento di Eitan

Gli inquirenti hanno così ricostruito la vicenda. L’11 settembre Shmuel Peleg, intorno alle 11:30 porta via il bambino dalla casa di Travacò Siccomario (in provincia di Pavia). Casa in cui viveva con la famiglia della zia Aya, la quale l’aveva preso in affido dopo la tragedia della funivia, in cui Eitan aveva perso i genitori, il fratello e i bisnonni.

In quel caso l‘incontro tra nonno materno e nipote era autorizzato, ma ad agosto il giudice aveva vietato che Eitan potesse essere portato fuori dall’Italia senza il consenso di Aya, obbligando anche il nonno a riconsegnare il passaporto israeliano del nipote, che ha doppia nazionalità. Alle 11:26 Peleg fa salire Eitan su una Golf che ha noleggiato il giorno prima all’aeroporto di Malpensa e in cui si trova anche l’autista Alon.

A quel punto inizia il viaggio per la Svizzera. Arrivati al confine di Chiasso non subiscono controlli. Nonostante la sua diffusione, il divieto di espatrio non risultava “visibileagli svizzeri a causa di un problema tecnico. I due vengono poi fermati intorno alle 14:10 dalla polizia cantonale elvetica vicino all’aeroporto Lugano-Agno, ma li fanno proseguire. Via libera anche in aeroporto. I tre si imbarcano su un Cessna 680 della società tedesca Aronwest proveniente da Hannover noleggiato per 42mila euro che alle 15:00 decolla per Tel Aviv e proseguirà per Cipro.

Eitan deve tornare in Italia

Di recente una sentenza del Tribunale della Famiglia di Tel Aviv ha decretato il rimpatrio di Eitan in Italia. La decisione è stata però impugnata dai legali della famiglia materna del piccolo, che momentaneamente è stato affidato alla zia paterna. I tempi per il ritorno a Pavia del bambino di 7 anni, quindi, si prolungano. Nel frattempo, il nonno e i famigliari israeliani di Eitan possono vedere il piccolo solo tramite supervisione per timore di reiterazione del reato di cui è accusato Schmuel Peleg e per cui è stato emesso il mandato di cattura internazionale.

 

 

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