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sabato, Aprile 27, 2024
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Era tutto programmato, le chat prima degli scontri tra tifosi di Roma e Napoli: “In 200 contro 50, vigliacchi”

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Sono passate quasi 24 ore dagli scontri tra tifosi della Roma e del Napoli avvenuti ieri nell’area di servizio Badia al Pino (Arezzo) sull’Autostrada del Sole. Registrato un ferito, fortunatamente non in maniera grave, che si è recato da solo all’ospedale di Arezzo. Si tratta di un tifoso romanista che sarebbe rimasto ferito in modo lieve da un’arma da taglio.  All’origine degli scontri lungo l’A1 l’agguato teso da un gruppo di ultrà del Napoli ai romanisti in transito per raggiungere Milano: ne è nato poi un lancio reciproco di sassi e lacrimogeni.

Gli scontri erano organizzati

Ad ogni modo, pare che gli scontri siano stati organizzati tra i gruppi di ultras. Il Mattino riporta oggi la testimonianza di un supporter napoletano. “Sì, correva voce di un appuntamento già dalla mattina di ieri. E sarebbe avvenuto proprio in quell’autogrill, dove spesso vengono organizzate le soste delle tifoserie. Come mai? Lo sapevamo tutti che i romanisti sarebbero andati a Milano per assistere a Milan-Roma”, dice

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“E allo stesso modo loro sapevano che noi saremmo andati a Genova per Sampdoria-Napoli”, conclude l’ultras. Il motivo dell’incontro era un regolamento di conti per l’omicidio di Ciro Esposito da parte di Daniele De Santis. “I fatti di Roma di otto anni fa non sono stati dimenticati. Alla base di tutto c’è la morte di Ciro”. De Santis ha ricevuto una condanna a 16 anni di carcere per l’omicidio. Ma ci sono anche altre testimonianze: “Sono venuti i romani, sono scesi a piedi, sono venuti per combattere e poi sono scappati”, dice un altro tifoso napoletano. “Le guardie hanno voluto bloccarci nell’autogrill per far passare prima i romani”, è la ricostruzione di un ultras. “Se invece facevano partire prima noi a quest’ora eravamo già arrivati a Genova”.

Il Messaggero riporta anche dei brani audio circolati nelle chat dei tifosi giallorossi. “I napoletani hanno fatto una bella azione, studiata nei minimi particolari. Ma noi ci siamo compattati e siamo andati contro la tifoseria avversaria”, si racconta. “I romanisti erano su pulmini bianchi. Al loro passaggio i napoletani hanno cominciato la sassaiola. Un agguato vigliacco, in 200 contro un pullman di 50 romanisti. Scontro impari, la prossima volta venite in 300″, si scrive nelle chat del tifo. Dove si accusano anche i colleghi della stessa fede: “Fate i fenomeni sui social ma poi non vi presentate”.

LA TRAGEDIA DI GABRIELE SANDRI

Gli scontri tra tifosi romanisti e napoletani si sono verificati nella stessa area di servizio, Badia al Pino, dove fu ferito a morte Gabriele Sandri, supporter della Lazio. L’omicidio avvenne l’11 novembre 2007: l’agente Luigi Spaccarotella sparò un colpo di pistola sull’autostrada A1 presso Badia al Pino (Arezzo) nel tentativo di disperdere gli scontri tra tifosi juventini e laziali. Il colpo raggiunse il 26enne Gabriele Sandri che si trovava nell’area di servizio in attesa di alcuni amici per raggiungere Milano per il match Inter-Lazio.

Secondo quanto spiegano fonti della polizia le persone sono state fatte risalire sui mezzi posti sotto scorta. Intanto la Digos di Arezzo sta esaminando le riprese delle telecamere di videosorveglianza per individuare le persone coinvolte negli scontri ed attribuire le responsabilità di quanto accaduto.

Il ministro dello sport Andrea Abodi: “Chi sbaglia paga”

“C’è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene”. Il ministro dello sport e dei giovani, Andrea Abodi, interviene duramente – con una dichiarazione all’Ansa – sugli scontri avvenuti sulla A1. “Non c’è cosa peggiore di definire tifosi quest’ultimi, non c’è errore più grande del fare di tutta l’erba un fascio. Nel 2023, paga chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati oggi sull’A1”. (ANSA).

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