Finisce agli arresti domiciliari a Torino, con il divieto di comunicazione con l’esterno e con il suo retroterra familiare. Lo hanno stabilito i giudici della seconda sezione di Corte di Appello di Napoli (presidente Maria Grassi, a latere Francesco Valentini e Gabriella Nuzzi) nei confronti di Patrizio Bosti (nato il 23 ottobre del 2003), figlio di Ettore e nipote del boss omonimo (tuttora detenuto) Patrizio Bosti. Un provvedimento che viene adottato nonostante il parere contrario della procura generale, su richiesta dei difensori napoletani, i due penalisti Domenico Dello Iacono e Elisabetta Valentino.
Come anticipa Il Mattino, la decisione arriva dai giudici della seconda sezione di Corte di Appello di Napoli che, nonostante il parere contrario della Procura generale, hanno accolto la richiesta dei difensori napoletani (i penalisti Demenico Dello Iacono ed Elisabetta Valentino).
Lo scorso 15 maggio 2022, Bosti jr sarebbe intervenuto contro alcuni turisti argentini seduti al tavolino del locale “Cala la Pasta” che erano stati investiti da una moto lanciata a tutta velocità.
In quel frangente, venne travolta anche la moglie del titolare che si trovava all’esterno. Dopo l’impatto e la fuga, il centauro era tornato accompagnato da altre persone per riprendere la moto e minacciare il titolare del ristorante. In quella circostanza, intervenne anche il ventenne Patrizio Bosti, con un’azione ritenuta violenta e intimidatoria. Dopo la condanna in appello, ora la decisione della corte
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Una volta arrivati all’esterno del locale i giovani, secondo l’accusa, avrebbero cercato di far leva sulla loro appartenenza al clan offrendo anche denaro in cambio del silenzio. Al rifiuto delle persone presenti nel locale ecco sarebbe scattata la violenza con Bosti e Marasco indicati come quelli più agguerriti spalleggiati dal 34enne Luigi Capuano (catturato qualche giorno fa da latitante) che iniziò, insieme ai due, a proferire minacce contro Raffaele Del Gaudio, titolare del ristorante:«Te venimm a sparà fino a casa toja, sappiamo dove abiti, non denunciare nulla che ti mettiamo na bomba sotto o locale e finisci di stare tranquillo». Le minacce non si esauriscono soltanto a Raffaele ma investono anche suo fratello Danilo:«Vai a cucinare, tu devi stare qua dentro e devi stare zitto, io mi sono fatto quindici anni di carcere e non ci metto nulla a chiudere il ristorante e a non farti aprire domani». Quelle minacce vennero pronunciate – sostiene il giudice per le indagini preliminari Leda Rossetti nell’ordinanza con la quale ha disposto le misure cautelari eseguite dalla squadra mobile partenopea – all’indirizzo del fratello del titolare perchè quest’ultimo stava riprendendo la scena con il suo cellulare. Bosti è accusato di avere aggredito un turista argentino intervenuto per impedire che la moto venisse portata via mentre Marasco, per la Procura, avrebbe minacciato lo stesso turista con un coltello.