La Polizia di Stato di Avellino ha bloccato una festa in casa, organizzata dopo l’annuncio della zona rossa in Campania. Gli agenti sono intervenuti, a seguito di una segnalazione, nella tarda serata di ieri in via Piave. L’abitazione dove si stava tenendo la festa è di una donna di 46 anni originaria dell’Ucraina. Quest’ultima era insieme ad altre 7 persone, incuranti delle norme anti-covid per evitare la diffusione dei contagi. A riportare la notizia è l’edizione digitali de ‘Il Roma’.

Dopo aver appurato che i partecipanti alla festa non erano conviventi, gli agenti hanno proceduto a sanzionare tutte le persone per il mancato rispetto delle misure di sicurezza. Un giovane, inoltre, è stato multato anche per uso di sostanza stupefacente, in quanto trovato in possesso di marijuana.

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Emergenza Covid, al Cotugno torna la cura con il plasma dei pazienti guariti

Nell’ultimo mese la Campania affronta una seconda ondata Covid. A Napoli, per far fronte alle condizioni critiche in cui versano Terapia sub intensiva e Rianimazione, torna in auge il tema degli anticorpi dei guariti usati come cura contro il Coronavirus. All’azione dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto), il protocollo specifico, avviato a marzo scorso, si chiama Tsunami ed è stato riavviato. Insomma, il plasma iperimmune dei guariti usato come farmaco.

«Abbiamo raccolto finora 11 unità di plasma iperimmune non ancora utilizzate – avverte Bruno Zuccarelli primario di Immunoematologia e Servizio trasfusionale dell’azienda dei Colli e vicepresidente dell’Odine dei medici di Napoli – il protocollo Tsunami è stato recepito da Aifa ma ulteriormente modificato con criteri stringenti di selezione dei donatori. L’indicazione non è per i pazienti intubati in rianimazione ma ricoverati in terapia semintensiva. Ora siamo ripartiti nel riselezionare nuovi candidati ma il protocollo è molto più severo. Il donatore deve avere sviluppato non solo immunità contro il virus ma anche una titolazione di anticorpi molto alta. A ciò bisogna aggiungere tutte le procedure di ricerca di altri virus, tra cui anche epatite A ed epatite E, che affiancano il processo di trattamento del plasma per inattivare i microrganismi. Su dieci potenziali donatori con alti titoli di anticorpi ne ritroviamo uno o due al massimo».

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