Arrivano le richieste di condanna per Francesco Mallardo, Francesco Vitiello detto ‘o cavallo e Stefano Cecere, esponenti di spicco del clan Mallardo. I tre soggetti, coinvolti nell’inchiesta sul racket del clan Mallardo a Giugliano risalente al luglio 2023, andranno a processo col rito Abbreviato. Per Mallardo chiesti 5 anni e 4 mesi; 12 anni chiesti per Francesco Vitiello; chiesti 2 anni e 8 mesi per Stefano Cecere
Il personale della Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, eseguì un anno fa un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di diversi soggetti. Tutti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e tentata estorsione aggravate dalle modalità mafiose.
I soggetti coinvolti sono: Francesco Mallardo, Stefano Cecere, Adrian Conete, Ugo De Chiara, Michele Forino, Nicola Iodice, Antonio Mangia, Michele Marrone, Alessandro Micillo, Lucia Pelliccio, Marco Pezzella, Angelo Pirozzi, Cristofaro Paragliola, Saverio Russo, Federico Terracciano, Gennaro Trambarulo, Francesco Vitiello, Luigi Vitiello.
In 3 andranno a processo col rito Abbreviato (Mallardo, Cecere e Vitiello).
La posizione di Domenico Pirozzi, detto Mimì o pesante, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, fu stralciata e conseguentemente scarcerato. Congelata invece al momento la posizione di Oreste Comite, difeso dall’avvocato Michele Giametta.
Il provvedimento era frutto delle indagini svolte dalla DIA di Napoli e coordinate dalla D.D.A a carico, tra gli altri, di un imprenditore edile di Giugliano che avrebbe avuto un rapporto di contiguità con il clan Mallardo al fine di ottenere favori.
In particolare un imprenditore colluso avrebbe posto in essere condotte estorsive in danno di altri imprenditori. Con lo stesso provvedimento cautelare sono stati tratti in arresto altri due soggetti ritenuti vicini al clan Mallardo, gravemente indiziati di aver estorto la somma di 90mila euro ad un imprenditore edile di Giugliano per i lavori di costruzione di un complesso residenziale composto da 12 appartamenti.
L’inchiesta dell’anno scorso creò scalpore perché vide coinvolti anche politici e tecnici comunali.
Nel collegio difensivo gli avvocati Antimo D’Alterio, Sergio Aruta, Luigi Poziello, Paolo Trofino, Marco Sepe, Maria Rosaria Genovese, Giorgio Barletta, Emanuele Coppola, Girolamo Catena, Raffaella Pennacchio, Gian Paolo Schettino, Alessandro Caserta, Michele Giametta, Francesco Foreste, Claudio Botti.