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sabato, Aprile 27, 2024
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Carabiniere ucciso, le lacrime della moglie: «Vi dico cosa significa essere moglie di un militare»

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Lacrime su lacrime prima, durante e dopo le parole di Maria Rosa Esilio, moglie del carabiniere Mario Cerciello Rega, che ha scelto con cura cosa leggere in chiesa per i funerali di suo marito. Ha scelto una lettera dedicata alle mogli dei carabinieri. Così come già avvenne poco più di un mese fa durante la cerimonia delle nozze nella stessa chiesa dove quest’oggi è stato dato l’ultimo saluto al vicebrigadiere.

Rosa Maria l’ha letta in modo sciolto, in maniera lucida, salvo poi scoppiare in lacrime verso la fine.

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​«Un giorno il buon Dio stava creando un modello di donna da destinare a moglie di carabiniere. Deve essere indipendente – ha detto Rosa Maria – possedere le qualità di un padre e di una madre allo stesso tempo. Le daremo un cuore particolarmente forte, capace di sopportare il dolore delle separazioni. Di dare amore senza riserve. Di offrire energie al marito nei momenti più difficili e di continuare a lottare anche quando è carico di lavoro e stanco. È per la gioia, il dolore, la solitudine e la fierezza che solo la moglie di un carabiniere prova ed è dedicata a tutti quei valori cui suo marito è legato e che lei farà suoi»

Carabiniere ucciso a Roma, le ultime parole urlate prima di morire

(ANSA) – “Fermati siamo carabinieri, basta”. E’ quanto avrebbe urlato il vice brigadiere Mario Cerciello Rega al giovane californiano durante l’aggressione mortale. A riferirlo il suo collega nell’annotazione sull’intervento contenuta nell’ordinanza di convalida del fermo dei due americani. “Il vice brigadiere Cerciello Rega, a breve distanza da me, – dice il collega – ingaggiava una colluttazione con l’altro giovane e ricordo di aver sentito le urla del mio collega che profferiva testuali parole: fermati siamo carabinieri, basta”.

“Prima di accasciarsi ha detto mi hanno accoltellato”, ha affermato Andrea Varriale, il carabiniere che era con il vicebrigadiere sul luogo dell’aggressione.

Il gip: dagli indagati totale assenza di autocontrollo – Le condotte dei due “testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale”. Lo afferma il gip di Roma nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due cittadini californiani autori sell’omicidio del vicebrigadiere.

Nell’ordinanza viene sottolineata la “totale incosapevolezza del disvalore delle proprie azioni come apparso evidente anche nel corso degli interrogatori durante i quali nessun dei due ha dimostrato di aver compreso la gravità delle conseguenze delle loro condotte, mostrando una immaturità eccessiva anche rispetto alla giovane età”.

Concreto il pericolo di reiterazione del reato alla luce “delle modalità e circostanze del fatto e in particolare della disponibilità di armi di elevata potenzialità offensiva”, scrive il gip.

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