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martedì, Giugno 18, 2024
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Madonna dell’Arco utilizzata anche dai boss di camorra, il retroscena nell’indagine sul clan Contini

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I boss dell’Alleanza di Secondigliano ritengono la religione uno strumento di controllo, di legittimazione e di consenso popolare sul loro territorio. I vertici dei clan avrebbero utilizzato le bandiere della Madonna dell’Arco per far sfoggio della loro fede e, soprattutto, lucrare così come ha riferito il collaboratore di giustizia Teodoro De Rosa nel luglio del 2021. “Nelle varie strade ci sono anche più cappelle votive, ognuna delle quali riferibile a un referente di zona; e la presenza di questa specifica cappella indica che la singola processione è dedicata a quella cappella e che i soldi raccolti vanno alla famiglie del mafioso di riferimento della cappella“.

Genny Manetta, detto Maradona, avrebbe avuto un ruolo importante nella questua religiosa: “Capita che una singola processione faccia più soste dinanzi a diverse cappelle e così raccoglie il denaro destinato alle diverse famiglie mafiose a cui sono riferibili le singole cappelle votive. Questi soldi li raccoglie Gennaro Manetta insieme a due gemelli che non hanno a che fare con il clan ma prendono i soldi per le processioni; in più preparano le bandiere religiose da usare nelle processioni; sono bandiere che recano i nomi delle varie famiglie mafìose: Bosti, Contini, etc”, racconta il pentito. 

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Summit di camorra nella chiesa

Inoltre alcuni esponenti di spicco della camorra avrebbero avuto accesso anche in una chiesa per svolgere i loro summit, tutto sarebbe avvenuto con la complicità di un prete della zona: “Queste bandiere sono conservate nelle chiese, gestite dai preti. Vi indico la collocazione delle varie cappelle:[…] ancora al Rione Amicizia, cappella di Genny Manetta nel giardino abusivo di casa sua,[..J Non mi vengono in mente i nomi dei parroci interessati, se non quello di un tale don G. che stava una quindicina di anni fa al rione Amicizia e addirittura ci faceva fare in chiesa gli appuntamenti del clan dandoci le chiavi della chiesa”. Infine De Rosa avrebbe fatto luce su uno spazio all’interno della chiesa del Rione Amicizia dove sarebbero state conservate le bandiere con i nomi dei boss.

Scoperti gli altarini dell’Alleanza di Secondigliano

Nel febbraio del 2022 i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli, unitamente ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e alla Polizia Municipale di Napoli, eseguirono un decreto di sequestro di 11 edicole votive. Gli altarini si trovavano nei quartieri del Vasto-Arenaccia e di San Carlo Arena che erano riconducibili a persone già condannate per delitti di criminalità organizzata di tipo mafioso associazione o comunque indiziate di partecipazione al cartello camorristico dell’Alleanza di Secondigliano. 

Il video del blitz

 

Dalle indagini furono avviate a seguito del sequestro di tre statue sacre del ‘600 (precedentemente collocate nella dismessa Chiesa “Santissima Maria del Rosario” di via San Giovanni e Paolo) rinvenute nella pratica disponibilità delle famiglie mafiose Mallardo-Bosti-Contini. Infatti risultò che i manufatti, costruiti in luoghi e epoche diverse, furono accomunati dalla destinazione alla strumentale celebrazione di figure criminali.

In alcuni casi si scoprì il danneggiamento di beni di interesse storico e archeologico come accadde per l’edicola votiva apposta su una colonna portante del tratto di acquedotto romano insistente nella zona dei Ponti Rossi. Le edicole votive sottoposte a sequestro sono state affidate al Comune di Napoli, anche al fine di consentire l’adozione dei conseguenti provvedimenti amministrativi.

La mappa degli altarini

Il blitz scattò in via Sant’Antonio Abate, via Generale D’Ambrosio, Calata Capodichino, via Cavara, Via Arenaccia 283, Via Filippo Maria Briganti, Piazza Gravina. Inoltre i carabinieri i intervennero in Via Lorenzo Giusso, Via Catapano, nel Rione Amicizia in via Via Onorato Fava, Via Nicola Nicolini. Alcune di queste costruzioni furono abbattute su disposizione del Comune di Napoli.

Abbattuto un altro altarino dell’Alleanza di Secondigliano, sfregio alla storia millenaria

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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