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sabato, Luglio 5, 2025
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“Meno gay e gaie in Tv”, bufera su Claudio Lippi: interrotta la collaborazione con la Rai

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Alcune affermazioni di Claudio Lippi avrebbero fatto si che la lunga collaborazione tra il presentatore veterano e la Rai si sia interrotta. A renderlo noto è Viale Mazzini: “è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore“.

Interrotta collaborazione con la Rai 

Alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti. Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore” così Viale Mazzini annuncia la fine della collaborazione. Le affermazioni alle quali fa riferimento il comunicato sono state riportate da ‘La Stampa‘.

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Basta con la propaganda dei Fazio e delle Annunziata. Basta con la kultura con la k” continua poi il presentatore “serve il linguaggio popolare di Giorgia” facendo lui stesso propaganda, forse per Claudio Lippi la si può fare solo quando si è d’accordo con lui. Lo scivolone di Claudio Lippi si aggrava quando “chiede” anche “meno gay e gaie” in tv. Per il conduttore infatti questi negli anni hanno lavorato “solo per il fatto di esserlo“.

Cinque anni fa sia Salvini che Giorgia Meloni mi chiesero una mano: volevano avere un parere, uno sguardo esterno sulla Rai, da chi la tv la conosce” continua poi. La sua risposta fu: “Ci vuole il sorriso, La Rai deve entrare nelle case degli italiani dicendo ‘buonasera. Con leggerezza e intelligenza, non con la propaganda“.

I ‘mille’ elogi a Giorgia Meloni di Claudio Lippi

Continua poi Claudio Lippi sul caso Fazio: “Penso a Fazio e Littizzetto. Se ne sono andati loro. Fazio ha raccontato bugie, dicendo che la pubblicità faceva incassare il triplo di quanto costava il programma. Ma se costava 450 mila euro a puntata, incassava 1 milione e 200 mila di pubblicità? Ma dai… Fazio è stato un farabutto: avevano già pronto un contratto milionario con Discovery“. Non contento Lippi parla anche dell’Annunziata: “Propaganda, ‘kulturà. L’intervista alla ministra Roccella? Cattiva, aggressiva. Non è Rai quella“.

Per Lippi insomma la Rai dovrebbe portare il sorriso, uno specchio di superficialità in cui i problemi del Paese non vengono trattati. Un spettacolo teatrale dal titolo: “I problemi in Italia ci sono ma non sono affari vostri, divertitevi”, i problemi della Res Publica però, come lo stesso latinismo suggerisce, sono problemi del popolo. L’informazione è vincente quando vi è libertà nel raccontarla quando vi è confronto e quando il cittadino tramite essa può ritornare nel ruolo che gli spetta; quello di giudice di chi lo governa.

La ‘televisione del futuro’ 

Giorgia la conosco È così generosa: ha rinunciato prima alla sua gioventù e ora alla famiglia per fare quello in cui crede. Anche il compagno è una brava persona. Serve un linguaggio popolare. Giorgia è una ‘popolana di Garbatella. Ha vinto le elezioni parlando agli italiani e alle italiane. Serve quel linguaggio lì“, dice. Quella di Claudio Lippi sembra tutt’altro che una retorica a-politica, i suoi mille elogi a Giorgia Meloni e a Salvini non lo hanno però aiutato dall’interrompere la collaborazione con la Rai.

Continua poi Lippi: “è il momento di portare il talento in Rai. Finora non è andata così. Casalino, per esempio, si crede un grande ufficio stampa? Stefano Coletta, il direttore che per fortuna non c’è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out. Allora anche noi etero dovremmo fare coming out, no?“. La risposta è no, e non perché sia necessario chiarire la propria identità sessuale sempre e comunque, ma perché chi fa parte della LGBTQ+ deve farlo, per autodeterminarsi, per affermarsi per far capire che non c’è niente di male ad essere ciò che si è. La motivazione del perché tutto questo è ancora necessario sta proprio nei discorsi che chi come Lippi continua a fare.

La Rai prende così le distanze da discorsi vecchi, offensivi e soprattutto che rilegano lo spettatore medio italiano ad un sedato inerme che della politica non capisce niente e necessita di chi gli parli in modo semplice. Gli italiani hanno invece le competenze necessarie per capire qualsiasi tipo di “linguaggio” e soprattutto hanno diritto di interfacciarsi con più idee e di riprendersi il posto di “elettori attivi”.

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