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domenica, Aprile 28, 2024
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Napoli, il Grande Progetto Unesco è per ora un mezzo flop: pochi lavori completati ma avanza la turistificazione

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Un centinaio di milioni di euro non spesi e il restyling di molte opere relative al progetto del Grande Patrimonio Unesco del Centro storico di Napoli, è fermo al palo. Sui 29 lavori previsti  ne sono stati completati meno di dieci. Sui restanti interventi c’è ancora una generale incertezza e forse non basterà la visita a Napoli dei delegati dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura delle Nazioni Unite a imprimere un’accelerata.

Alcuni dei lavori completati

I 100 milioni di euro per il Grande Patrimonio Unesco in questione, furono stanziati dopo la firma nel 2012 tra Regione Campania, Comune di Napoli, Arcidiocesi di Napoli, Direzione Regionale Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche per la Campania e Molise. All’inizio sono stati inseriti nel programma POR FESR Campania 2007-2013 per poi essere spostati su quelli 2014-2020.

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Tra gli altri lavori completati figurano: il complesso di Santa Maria della Pace (7 milioni di euro); l’Ospedale Incurabili (4 milioni di euro); il Complesso dei Girolamini (7,7 milioni di euro);Teatro Antico di Neapolis (6 milioni di euro) e ancora, la chiesa di San Pietro a Maiella (3 milioni di euro), l’insula di via Duomo (4 milioni di euro + 1,5 milioni dell’area archeologica), il Complesso di Santa Maria della Colonna (1, 5 milioni di euro). Sul resto, come detto, restano i dubbi su tempi e modalità

L’incontro di comitati e associazioni con i delegati Unesco

Da tempo a denunciare l’arenarsi del Grande Progetto Unesco sono diversi comitati e associazioni, che nelle scorse settimane hanno addirittura proposto la rimozione della targa di piazza del Gesù datata 1997 che ricorda il centro storico di Napoli grande Patrimonio Unesco.

In occasione della visita in corso in città, i rappresentanti di varie realtà napoletane – dal comitato civico Santa Maria di Portosalvo, all’assise di Palazzo Marigliano, passando dalla consigliera regionale Marì Muscarà Pino De Stasio della Seconda Municipalità – hanno consegnato ai delegati Unesco un dossier ripercorrendo le tappe temporali non rispettate del Grande Progetto Unesco inserendo foto in cui si consta il degrado di alcune parti del cuore antico di Napoli.

I commenti all’incontro

«Questa mattina – afferma la consigliera regionale Marì Muscarà – con una rappresentanza delle associazioni che hanno partecipato alla stesura del Dossier Unesco, abbiamo incontrato il Direttore del Patrimonio Mondiale Unesco, Lazare Eloundou Assomo, al fine di ‘denunciare’ le mancanze gravi delle amministrazioni napoletane in questi anni verso il Centro Storico Unesco». Tra i temi trattati, l’aggiunta della Muscarà, il «rischio che una ‘turistificazione senza regole’ possa portare un degrado maggiore nella città, il rischio di spopolamento di essa per prezzi fuori controllo, l’allontanamento degli artigiani di eccellenza acconsentendo solo la crescita di una città del ‘food’, come se non ci fosse altro da mostrare al mondo».

Infine una richiesta inoltrata alla commissione. «Abbiamo ribadito al direttore Unesco la richiesta che la Consulta delle associazioni debba essere inserita nel Piano di Gestione del comune e deve avere un ruolo fondamentale di controllo e monitoraggio». 

Dal canto suo il consigliere municipale Pino De Stasio, che gestisce un bar in via Benetto Croce, sottolinea: «Non c’è una reale gestione del fenomeno. Ho sollecitato più volte, invano, l’apertura delle due porte laterali al Monastero di Santa Chiara per evitare l’imbuto in questa zona». Dura Annapaola Orsini, presidente dI Acme Napoli. «Troppi tavolini selvaggi attorno ai monumenti, come quelli a piazzetta Nilo. Non meritiamo di essere Patrimonio Unesco». 

La manifestazione di quest’oggi

Nel pomeriggio, intanto, La Rete Set Napoli – Campagna Resta Abitante terrà una manifestazione alle ore 16 in piazza Municipio durante la parte conclusiva del Forum Unesco a Palazzo Reale per chiedere uno stop all’eccessiva turistificazione di Napoli. “Il centro storico – affermano i rappresentanti della Rete Set Napoli – è travolto dalla bolla speculativa. Migliaia di affitti turistici espellono gli abitanti” e privatizzano, dicono, “lo spazio pubblico. Le istituzioni locali, comune di Napoli e regione Campania, ammettano di non saper tutelare la popolazione e le culture del centro storico e rinuncino al riconoscimento dell’Unesco”.

Dati sugli sfratti esecutivi

Secondo i dati diffusi e in possesso della Prefettura si Napoli, nel 2023 in città si è raggiunta la cifra di 10.000 sfratti esecutivi, di questi l’85% è per morosità. L’aumento annuale è del 500%, mentre i fitti in media hanno subito una maggiorazione del 20%. Sono invece Seimila in più le civili abitazioni trasformate in case vacanze.

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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