Il consigliere regionale Nino Savastano è stato arrestato a Salerno nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica per tangenti e appalti. Il consigliere regionale di Campania Libera, già assessore alle politiche sociali del Comune di Salerno e fedelissimo del governatore Vincenzo De Luca, Savastano si trova agli arresti domiciliari.
L’INCHIESTA
Dieci le ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip del Tribunale di Salerno. Sono 29 gli indagati compresi presidenti di società cooperative sociali e pubblici ufficiali responsabili, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere e un caso di corruzione elettorale.
Gli agenti della Squadra Mobile di Salerno stanno eseguendo dieci misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta (29 gli indagati totali) coordinata dalla Procura della Repubblica, guidata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli. Tra i destinatari delle misure cautelari c’è anche Giovanni Savastano, detto Nino, consigliere regionale del gruppo Campania libera. L’ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno è vicino al governatore Vincenzo De Luca. Per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari. Indagati sono accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere ed un caso di corruzione elettorale.
LE PAROLE DI NICOLA MORRA, presidente della Commissione parlamentare antimafia
“Ben 10 misure cautelari, 29 indagati complessivi nell’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno, che sta scuotendo il mondo politico salernitano e campano, in particolare l’area vicina al governatore De Luca. Tra gli arrestati, infatti, – ma ai domiciliari – c’è il consigliere regionale Nino Savastano, eletto in Campania Libera, fedelissimo di Vincenzo De Luca e suo ex assessore quando era sindaco di Salerno. Savastano, che prima di approdare al Consiglio regionale è stato assessore allo Sport prima ed alle Politiche Sociali poi al Comune di Salerno, è coinvolto insieme a presidenti di coop sociali. Gli indagati sono accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere ed un caso di corruzione elettorale. Verificheremo come vada a finire la vicenda a livello processuale, ma se oltre alla Procura anche il Gip ha ritenuto validi gli elementi acquisiti per concedere la misura cautelare, qualche preoccupazione qualcuno la dovrebbe avere”, scrive Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia.