14.8 C
Napoli
sabato, Aprile 27, 2024
PUBBLICITÀ

Per ore morente sul divano: volevano curare Giuseppe con una pomata. Valentina morsa in testa dal ‘diavolo’

PUBBLICITÀ

Cardito. Quella di Giuseppe è stata una morte atroce, lenta e, secondo i medici, evitabile.  Due ore, forse tre. Giuseppe stava inerme sul divano, gonfio e sanguinante. Non poteva muoversi, piangeva. Sarebbe bastato chiamare i soccorsi in tempo, ma così non è stato. Secondo quanto emerge, la mamma Valentina avrebbe tentato di medicare il piccolo con rimedi di fortuna. Emorragia interna o frattura della base cranica: queste le cause della morte del bambino. Noemi invece è arrivata al Santobono con lesioni e contusioni visibili. Tumefazioni e lividi che hanno impressionato anche i medici che l’hanno soccorsa.

E’ una ricostruzione agghiacciante quella che emerge dall’incrocio tra i primi dati degli esami sul corpo del piccolo Giuseppe e le dichiarazioni rilasciate ieri da Tony Essoubti Badre davanti al Gip per la convalida del fermo.

PUBBLICITÀ

La follia cieca di Tony, si è sfogata contro Giuseppe e Noemi, “colpevoli” di aver danneggiato la cameretta comprata da poco. “Ho fumato diversi spinelli, come faccio ogni giorno. Poi ho perso la calma” ha dichiarato l’uomo davanti al gip Santoro. Le parole di Badre aggravano ulteriormente la sua posizione. Non solo per l’uso di stupefacenti, ma anche per i futili motivi delle percosse e le modalità di quello che è stato un vero e proprio pestaggio. Follia cieca.

Ricostruita la dinamica. “Prima gli schiaffi e pugni, ma loro non la smettevano di strillare”, poi ha preso il manico della scopa e ha continuato a colpirli violentemente. Escoriazioni e sangue per i due piccoli. Tony e Valentina non hanno ritenuto “opportuno” chiamare i soccorsi. Hanno provato a medicarli con metodi casalinghi. L’uomo è sceso per andare in farmacia a comprare una pomata, voleva rimediare alle ferite.

C’era anche Valentina in quelle drammatiche fasi nella casa di Cardito. Ha provato a mettersi in mezzo, ma non ha fermato la rabbia cieca di Tony. “Volevamo, io e Valentina. Lei? Sì, era in casa, era presente. Ma ha cercato di fermarmi”. E lui, per levarsela di torno, le ha dato un morso in testa.

 

Psicologo, trauma come cicatrice

La bimba di Cardito sta meglio, parla molto e ha incontrato anche i pm

“Siamo nella fase acuta del trauma, che può essere come una cicatrice, quindi adottiamo un intervento contenitivo, lasciando parlare la bambina”. Così Carlo Barbati, uno dei membri dell’equipe di sostegno psicologico che sta seguendo la bambina di otto anni ferita nella tragedia familiare di Cardito, spiega l’approccio che il team partenopeo dell’Ospedale Santobono sta usando con la piccola. Pochi i dettagli che emergono dalla stanza piantonata dalle forze dell’ordine e interdetta ai familiari. Emerge il superamento dello choc verbale da parte della bambina, arrivata senza parlare, e la sua richiesta di mangiare gnocchi e cotoletta. E il tempo che la bimba passa a parlare è tanto. Ora lo fa anche con i pm del Tribunale di Napoli Nord, alla presenza sempre degli psicologi, il cui lavoro è legato alle indagini.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Auto senza assicurazione e guida senza patente: i controlli di vigili dei Giugliano

Ancora controlli sul territorio della polizia locale di Giugliano per contrastare il fenomeno delle auto senza copertura assicurativa e...

Nella stessa categoria