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venerdì, Aprile 26, 2024
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Omicidio Willy, la mamma dei fratelli Bianchi: “Sentenza ingiusta, non ce l’aspettavamo”

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Pochi giorni fa è arrivata la condanna all’ergastolo a Marco e Gabriele Bianchi per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. “È una sentenza ingiusta. Non ce l’aspettavamo. Sono stati condannati a furor di popolo” avrebbe raccontato la mamma Simonetta Di Tullio ad alcuni parenti, così come riporta Il Corriere della Sera.

Le parole dell’avvocato

“È fuori dubbio che siamo di fronte a una sentenza mediatica – le parole dell’avvocato Pica riprese dal Corriere -. Mi spiegate cosa significavano quegli applausi alla lettura della sentenza? I parenti e gli amici erano contenti? E di cosa? C’è poco da essere soddisfatti di fronte a una tragedia così grande. Sì, sono deluso. Profondamente deluso. Per me questa non è giustizia. Anzi, è un aborto giuridico”.

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L’avvocato è un fiume in piena: “Se c’è stato un colpo mortale, perché infliggere due ergastoli? Gabriele non ha assolutamente toccato il ragazzo e Marco ha dichiarato di averlo preso nella parte frontale sinistra dov’era già presente una lesione. Un colpo non mortale, come ha ribadito il professor Potenza, perito della Procura. E se c’è stata una sequenza di colpi, quale è stato, allora, quello mortale? Non si possono infliggere due ergastoli di fronte a una ricostruzione fumosa e, a tratti, contraddittoria”.

“Volevano una condanna meno dura”

Al citofono della villa dove abita la famiglia dei due imputati non si presenta nessuno. Anzi, appare soltanto un cane che ringhia, davanti cancello. Il terzo fratello, Alessandro, ha invece tenuto chiuso il suo Nai Bistrot, e al telefono – come scrive Il Messaggero – non ha voglia di parlare. Il quotidiano, difatti, spiega che i due fratelli speravano in una condanna meno dura. Gabriele lo aveva confessato alle persone a lui più legate: “Ci ha detto che voleva vedere il figlio crescere, ma non sarà così“.

La reazione dei fratelli Bianchi alla condanna all’ergastolo

Quel bambino che, ai tempi dell’omicidio, la compagna portava in grembo e poi ha partorito. A seguito della lettura del dispositivo. L’aula gremita di amici di Willy – con indosso una maglietta a lui dedicata – è scoppiata in un lungo applauso e qualcuno anche in un pianto liberatorio. Dal gabbiotto dei detenuti, invece, i fratelli Bianchi non hanno battuto ciglio davanti alla parola ‘ergastolo’. Poi, però, hanno iniziato ad inveire con urla scomposte nel momento in cui venivano portati via dagli agenti della penitenziaria.

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