20.9 C
Napoli
sabato, Aprile 27, 2024
PUBBLICITÀ

Racket per gli Scissionisti a Melito, condannato l’ex comandante Marrone

PUBBLICITÀ

Si è concluso questa sera il processo di primo grado relativo all’inchiesta sul racket a Melito che vedeva il coinvolgimento di alcuni vigili urbani, inchiesta culminata con il maxi blitz del giugno 2021. Nel giudizio svoltosi con rito ordinario non sono mancate le sorprese ma anche pesanti condanne come quelle a 13 anni e sei mesi per Giovanni Marrone, l’ex comandante dei vigili urbani e del suo luogotenente Giovanni Boggia. Tra le altre condanne spicca poi quella a dodici anni per Eduardo Moio, a capo dell’omonima impresa di onoranze funebri. Stessa condanna per Gaetano Marrone mentre Rocco Papa è stato assolto per non aver commesso il fatto. Il fratello dell’ex presidente dell’Aicast era difeso dall’avvocato Celestino Gentile che è riuscito ad annullare tutte le accuse a suo carico. Tra le altre assoluzioni spicca quella del geometra Franco Capozzi abilmente difeso dall’avvocato Antonio Gravante. Il legale incassa poi altre sue assoluzioni con Luigi Marrone e Andrea Coppola. Tra le altre assoluzioni spiccano poi quelle per Lina Boggia, Concetta Sanguinetti, Salvatore Nastro (entrambi difesi dall’avvocato Gandolfo Geraci) Raffaele Liberti e Carmine Chianese.

Le accuse contro Giovanni Marrone

Secondo la Procura a Melito il racket andava in scena indossando la divisa dei vigili della polizia municipale con due rappresentanti di tale corpo che, per l’accusa, si sarebbero resi responsabili di almeno tre episodi estorsivi agevolati anche dal rapporto privilegiato che i due, l’ex comandante Giovanni Marrone e l’ex luogotenente Giovanni Boggia, avevano con il leader dei commercianti Antonio Papa.

PUBBLICITÀ

Il racconto di Caiazza sui due vigili di Melito

Tra i primi a parlare di quello che facevano i due il collaboratore di giustizia Paolo Caiazza che, dinnanzi ad un album fotografico mostratogli dagli inquirenti, riconobbe Boggia:«Insieme ad un altro vigile girava per Melito per farsi pagare piccole cifre per lavori edili di piccola portata ma abusivi tipoun balcone. In questo caso il clan non chiedeva tangenti ma andavano i due vigili che si facevano dare 2-3mila euro. Lo stesso facevano per i lavori ai negozi, quelli di poco valore, 5-6mila euro. Noi non chiedevamo tangenti ma loro con la scusa che la docunentazione non era in regola si facevan pagare. Il vigile era in ottimi rapporti con Papa perchè era lui a dire ai vigili quale negozio stava per aprire. Papa sapeva delle aperture perchè i negozianti passavano da lui per le licenze». I due pubblici ufficiali, di propria iniziativa, ovvero su indicazione di Papa, nonchè di Salvatore Chiariello e Gianni Maisto, individuate le vittime, sollevavano in sede di sopralluogo delle irregolarità, senza procedere ad alcuna verbalizzazione, lasciando, tuttavia, intendere alle vittime che essi si muovevano per conto del clan ed indicando Antonio Papa quale persona che poteva risolvere la questione.

Gli incontri dei due vigili con esponenti del clan

Addirittura in una intercettazione di Boggia con la compagna quest’ultimo si lamenta del comandante Marrone, reo, a suo dire di esporsi poco con i commercianti da taglieggiare:«Se tu vai da una parte quello pensa che è uno solo, se andiamo in due, quello ne vede due, e allora Gianntiell (Giovanni Marrone, ndr) non vuole comparire, non vuole, vuole o cocc ammunnat e buon… e allora la faccia ce la metti tu. Si nasconde, fa solo bu bu bu e poi non fa un cazzo». In realtà, nonostante tali ‘accortenze’, Marrone viene intercettato in più di un’occasione. In una in particolare racconta di aver incontrato Chiariello, elemento di primo piano del clan Amato-Pagano, conosciuto con l’appellativo di Boxer. Quest’ultimo si era raccomandato di seguire le nuove regole, ossia che per tutti gli affari doveva recarsi al vivaio. In particolare, nel corso di una conversazione registrata in data 7 maggio 2019, mentre si recavano all’appuntamento con esponenti del clan Marrone diceva a Boggia che Stefano Maisto lo aveva informato che era cambiato il “metodo”, ossia che potevano estorcere somme di denaro ai commercianti segnalati autonomamente, lasciando intendere agli stessi commercianti che alla criminalità melitese spettava un’altra somma da pagare:«Ha detto che ha cambiato metodo …Ha detto dopo che avete i cazzi vostri parlateci pure di noi».

 

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Minorenni in un centro scommesse ad Arzano: locale chiuso per 10 giorni

I carabinieri avevano segnalato la continua presenza di minorenni in un centro scommesse di Arzano documentandole con numerose informative. E...

Nella stessa categoria