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domenica, Aprile 28, 2024
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Rapina in tabaccheria a Giugliano, arriva la sentenza per i due rapinatori

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Venti stecche di sigarette dal valore di 4mila e 700 euro, mille euro di Gratta e Vinci e 700 euro in contanti: questo il bottino che 3 rapinatori portarono via lo scorso 29 novembre dalla tabaccheria Rugantino in via Aniello Palumbo a Giugliano. Per quel colpo i carabinieri della Compagnia di Marano hanno arrestato stamattina due 20enni di Giugliano, Antonio Fumo e Manuel Esposito, mentre un terzo minore è indagato. Ma altri soggetti potrebbero essere coinvolti: dal basista a chi ha favorito la fuga.

Il Giudice del Tribunale di Napoli Nord Dott. Raffaele Coppola ha condannato i due ventenni, dopo la richiesta di rito abbreviato, per il reato di rapina pluriaggravata e di simulazione di reato.

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Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna ad anni 6 mesi 8 di reclusione, il Giudice invece, concedendo le circostanze attenuanti generiche, ha condannato Fumo Antonio alla pena di 4 anni e 4 mesi di reclusione ed Esposito Manuel a 4 anni di reclusione.

I giovani sono difesi dagli avvocati Salvatore Cacciapuoti e Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord.

La dinamica del colpo

Fecero irruzione all’interno dell’esercizio commerciale armati di pistola. Dopo aver costretto
il titolare a stendersi a terra dietro al bancone, iniziarono ad impossessarsi della merce. All’improvviso entrò il figlio del tabaccaio il quale, resosi conto di quanto stava accadendo, ingaggiò una colluttazione con i rapinatori, che riuscivano ad allontanarsi coi beni sottratti, riposti all’interno di una busta.
Nella fuga abbandonavano sul posto uno zaino con effetti personali ed il motoveicolo utilizzato per raggiungere l’attività commerciale. Le attività d’indagine condotte nell’immediatezza, anche grazie all’ausilio di intercettazioni telefoniche, consentivano di giungere all’individuazione dei soggetti, ritenuti autori del grave fatto delittuoso.
Le intercettazioni dei rapinatori
Prima del colpo uno della banda si lamentò con Fumo del fatto che Manuel stesse ancora dormendo sebbene loro dovessero “andare afare un servizio” aggiungendo inoltre che, qualora Manuel non avesse aggiustato il motorino, avrebbe dovuto riconsegnare “il regalò”
Francesco: “Questo chitammuorto sta ancora dormendo”
FUMO Antonio: Ancora?
Francesco: “Eh l’ho fatto svegliare dal fratello, ha detto: “Scendo più tardi”
FUMO Antonio: Com’è scendo più tardi? Chiama di nuovo al fratello, diglielo: “Dobbiamo andare a fare quel servizio, scendi”
Alle ore 16:44  Francesco riusciva a mettersi in contatto con Esposito Manuel al quale dava precise indicazioni su come recuperare Antonio (Fumo) e portarlo davand ad noto punto d’incontro
Francesco: “Eh lo vuoi andare aprendere adAntonio? Che trapoco andiamo afare un attimo quel servizio”
Fumo, però, tardò ad arrivare poiché impegnato ad individuare un terzo soggetto che partecipasse alla rapina pianificata. Tant’è vero che alle 18:30 contattava il minore al quale chiedeva se era sua intenzione “scendere per andare là”. Il ragazzo, che in quel momento era impegnato a fare altro, gli diceva di si, anche se ne voleva prima parlare, ragion per cui chiedeva a Fumo di raggiungerlo.
Dopo il colpo scapparono a piedi a causa della reazione del figlio del titolare, infatti furono costretti ad abbandonare il motorino nei pressi della tabaccheria presa d’assalto. Da quel momento in poi partono una serie di telefonate tra amici e rapinatori affinchè li andassero a prendere prima nei pressi dell’ospedale e poi in un vicoletto affianco allo chalet. Alle successive 19:28, il minore telefonò infatti all’amico al quale, con voce sensibilmente affannata, chiese di essere “recuperato” vicino all’ospedale di Giugliano in Campania, supplicandolo di fare in fretta.
La Polizia, dopo aver trovato il motorino, di proprietà di Manuel Esposito, lo convocò in Commissariato. Questo denunciò una fantomatica rapina avvenuta poco prima, affermando d’essere a conoscenza del fatto che con lo scooter era stata perpetrata una rapina ai danni di un rivenditore di tabacchi. Tesi naturalmente a cui gli inquirenti non hanno dato credito.
Le liti tra i rapinatori dopo il colpo
Inoltre nelle intercettazioni seguenti furono individuati particolari connessi alla rapina, da cui emerge anche una lite tra i malviventi. Dopo la reazione del titolare della vittima, infatti, uno è stato lasciato lì mentre gli altri scapparono: “tu sei un infame mi hai lasciato solo a me “compare”. Lui: (Antonio FUMO) io non ho capito niente, mi sono trovato avvilito. “azz” ti sei trovato avvilito e mi hai abbandonato?!”.
Tant’è che il malvivente lasciato solo si tira fuori da un altro colpo che stanno per organizzare: “Ti dico solo che per due trecento euro al fratello, mi rimangono pure in qualche negozio, mi arrestano pure al fratello, ma andate a fare ì bocchini io sto così
bello con mia madre, mi dà venti trenta euro al giorno, fatemi un bocchino. Fratello quelli là non sono buoni (INC). Hai capito che fanno? Si guardano il culo loro. L’ho gonfiato di infame ad Antonio (fumo) dopo credimi, ma poi scappò come la lepre. Nemmeno il tempo di fare mazzate che non vidi nè ad uno e nè ad un altro”.
Dunque il minorenne apostrofava Fumo quale “infame” per averlo abbandonato all’interno
dell’esercizio commerciale dopo la reazione del commerciante, elogiando invece il comportamento che lui stesso aveva assunto nelTaffrontare la vittima. Tale reazione a suo dire veniva apprezzata anche da Manuel che, proprio grazie a ciò, riusciva a guadagnare la fuga e poi, incalzato dagli inquirenti, avrebbe coperto il compagno al momento delle indagini poste in essere dal personale della Polizia.
Visto il comportamento di Fumo, il minore riferiva all’amico che aveva deciso di spartire il bottino della rapina in maniera non equa, prendendo per sé “il buono,, e dando a loro il resto, aggiungendo inoltre che aveva dato 80 euro ad un altro amico per averlo coperto.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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