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venerdì, Aprile 26, 2024
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Reddito di Cittadinanza, da oggi 4 ottobre è possibile integrare la domanda

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Con il messaggio 2 ottobre 2019, n. 3568, l’Inps ha comunicato che dal 4 ottobre i beneficiari di Reddito di Cittadinanza o Pensione di Cittadinanza che hanno presentato la domanda a marzo 2019 possono integrarla collegandosi a questo link. A partire dal 4 ottobre gli interessati sono avvisati tramite i recapiti sms o email da loro indicati.

L’integrazione si rende necessaria perché le prime domande sono state presentate a partire dal 6 marzo, utilizzando un modello successivamente cambiato, il 2 aprile.

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Per evitare che i beneficiari di RdC e PdC con domanda presentata a marzo, e quindi con decorrenza aprile, debbano nuovamente presentare domanda e per garantire la continuità nell’erogazione del beneficio economico, i nuclei familiari interessati potranno integrare le dichiarazioni di responsabilità e prendere atto delle informative aggiornate.

Il collegamento alla pagina rimarrà sempre attivo. Solo per le domande aggiornate fino al 21 ottobre, però, sarà possibile l’elaborazione nei tempi utili per la liquidazione della rata spettante per la mensilità di ottobre. Per chi effettuerà l’aggiornamento dopo il 21 ottobre, la prestazione resterà sospesa sino all’acquisizione della dichiarazione.

Se non si riceve l’sms la mail?

L’Inps fa sapere che gli sms e le mail arriveranno dal 4 ottobre per TUTTI coloro che hanno fatto domanda per RdC e PdC a marzo (le indicazioni sui contenuti le trovate al post precedente).

Se sms e/o mail non arrivano entro lunedì 7 ottobre è perché il contatto non è corretto.

Pertanto, dal 14 ottobre ci si potrà rivolgere alla sede Inps competente che può intervenire per correggerlo.

A sette mesi dall’avvio dei pagamenti del Rdc, solo dall’inizio di settembre sono partite le prime chiamate dei centri per l’impiego alla platea di 704mila “occupabili” sugli 843mila nuclei che beneficiano del Rdc (pari a 2,2 milioni di persone). A partire da quella data, infatti, l’Anpal ha reso disponibili sulla rete informatica delle regioni gli elenchi con i nominativi dei soggetti da convocare ai Cpi per la stipula del patto per il lavoro. A ciò si aggiunga che da Milano a Palermo si stima che tra il 30% e il 40% dei soggetti contattati non ha risposto alle chiamate o agli sms provenienti dai Cpi. Anche ipotizzando che una parte abbia delle giustificazioni valide, resta l’elevata percentuale di mancate risposte. Senza trascurare che su un campione molto ristretto di questa platea, una prima indagine compiuta nei mesi scorsi dagli investigatori della Spesa pubblica della Guardia di Finanza ha messo in luce livelli di frode che si attestano tra il 60-70% dei casi sottoposti a controllo.

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