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giovedì, Aprile 25, 2024
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Omicidio della neomelodica, chiesto l’ergastolo per il marito di Piera

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La Procura ha chiesto l’ergastolo per Salvatore Baglione che ha confessato di aver ucciso la moglie Piera Napoli. Lo scorso 7 febbraio il marito ha accoltellato la giovane cantante neomelodica e, come riporta PalermoToday, qualche giorno fa è stata chiesta la massima pena per Baglione poiché si ipotizza che l’imputato fosse pienamente lucido la mattina dell’omicidio di via Vanvitelli a Cruillas. La requisitoria si tenuta davanti alla Corte d’Assise presieduta da Sergio Gulotta. Domani mattina la parola passerà proprio alla difesa dell’accusato di omicidio.

LA VERSIONE DEL MARITO DI PIERA NAPOLI

Secondo la versione fornita da Baglione ai carabinieri il delitto sarebbe avvenuto al culmine di una lite: l’uomo avrebbe scoperto il tradimento della moglie e l’intenzione di lasciarlo. La Procura non ha mai dubitato invece della totale capacità di intendere e di volere dell’uomo.

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Infatti subito dopo l’omicidio Baglione postò infatti su Facebook una frase sul “rispetto”, inoltre Baglione aveva anche ripulito il coltello, si era lavato, aveva preparato una valigia con tutto l’occorrente per andare in carcere. Inoltre si sarebbe anche preoccupato di allontanare i figli, perché non assistessero, così sostiene l’accusa, al massacro della madre.

“GELOSO E OSSESSIVO”

La famiglia di Piera Napoli si è costituita parte civile nel processo. La madre Adele Alfonzetti aveva raccontato in aula come il genero fosse “ossessivo e geloso” e come una volta “si conficcò un coltello nella pancia per dimostrarle che teneva a lei, ma – aveva sottolineato – questo non è amore”. La mamma della cantante segue tutte le udienze con grande sofferenza.

Per la difesa, che si basa su una consulenza di parte, Baglione sarebbe stato invece incapace di intendere e di volere: “Nel momento in cui ha ucciso non sapeva ciò che stava facendo, non aveva il controllo su se stesso” ed “è scattata una dissiociazione della realtà“, queste le parole dell’esperto. I giudici avevano affidato una perizia ad un altro esperto che ha stabilito la piena capacità di intendere e di volere dell’imputato.

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