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venerdì, Luglio 4, 2025
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Spari mentre due bambine giocano, il retroscena su un agguato alla Sanità

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Poteva essere una tragedia. Due bambine hanno rischiato di morire in un agguato avvenuto alla Sanità. E’ questo il retroscena agghiacciante che emerge dalle pagine dell’ultima ordinanza di custodia cautelare, quella che ha disarticolato il gruppo Mauro dei Miracoli. In quelle pagine però c’è tutta una storia fatta di tradimenti, agguati, tensioni e reciproche accuse. E soprattutto stese. Dimostrazioni di forza contro chi non si atteneva alle direttrici dei gruppi criminali. Come il raid armato che i Sequino organizzarono contro Vincenzo Criscuolo, gestore di una piazza di spaccio su Salita Capodimonte. Come emerge dalle intercettazioni a casa degli indagati si trattò di un’azione unilaterale decisa da Salvatore Sequino e portata a termine da suo cognato Silvestro Pellecchia e da Mariano De Francesco (per tale vicenda si procede separatamente e insieme a Sequino devono ritenersi innocenti fino a prova contraria). Il gruppo Mauro, all’epoca vicino ai Sequino-Savarese, insorge temendo che la spedizione punitiva possa essere il prologo ad un riavvicinamento tra gli stessi Sequino e gli Esposito-Genidoni, i cosiddetti ‘Barbudos’ prima amici poi nemici degli stessi Mauro.

La vicenda viene ricostruita dagli investigatori grazie ad una serie di dialoghi intercettati a casa di Ciro Mauro in presenza di Biagio D’Alterio, Antonio Vastarella, Giuseppe Vastarella, Michael Korkoi, Assunta Chiaro (compagna di Mauro) e Emanuele Staterini. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine dal luogo di soggiorno obbligato Salvatore Sequino («Ordine di Totore», come si evince dalle intercettazioni) aveva ordinato ai suoi l’esecuzione di un attentato ai danni di Criscuolo («Hanno sparato a Pecchip»), reo di non aver corrisposto ai Sequino l’importo settimanale di mille euro per la gestione della piazza di spaccio («Vogliono la settimana, mille euro a settimana»). All’atto del raid armato la vittima non era in casa ma era sul punto di rincasare («Quando gli diedero queste botte lui non ci stava»). Nella circostanza gli attentatori avevano iniziato a sparare appena entrati nell’androne del palazzo incuranti della presenza di due bambine. («Hanno sparato proprio nel palazzo, c’erano due bambine, stavano uccidendo due bambine»).

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Circostanza che sembra non scuotere invece Ciro Mauro la cui unica preoccupazione sembra essere quella di un cambio di casacca degli alleati («Questo è il pretesto per alearsi un’altra volta con loro, guarda che ti dico»).

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