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sabato, Aprile 27, 2024
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Stupri al Parco Verde, le cuginette minacciate con i video dei ‘festini’

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Per le strade di Caivano domani alle 18 si terrà un corteo di solidarietà per le due cuginette vittime di abusi all’ex centro sportivo Delphinia. Le indagini intanto si stanno concentrando in queste ore sui contenuti dei telefonini sequestrati ai due presunti stupratori, alla madre e a una delle giovani, come riportato da Il Corriere della Sera. Dall’analisi del materiale contenuto all’interno degli smartphone gli inquirenti vogliono ricostruire la rete di relazioni tra le vittime, i due indagati e altri soggetti a loro collegati.

Elementi che saranno utili a comprendere come sono stati resi possibili i ripetuti adescamenti durati mesi – si parla di almeno 7 episodi – e che potrebbero vedere coinvolti un gruppo più ampio tra cui elementi di spicco del clan di camorra. Sulle tracce derivanti dai telefonini gli inquirenti mantengono il massimo riserbo mentre l’avvocato Carla Niola, che assiste la famiglia di una delle due cuginette, mette in guardia: “La paura del trauma a causa della pressione mediatica potrebbe compromettere nelle vittime la corretta rievocazione dei fatti vissuti: è l’effetto della vittimizzazione secondaria”.

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Secondo La Stampa, il numero dei carnefici sarebbero almeno una quindicina (tanti sarebbero gli indagati sinora), partecipanti a quei “festini” che andavano avanti da diversi mesi. Tra coloro che hanno abusato delle bambine (10 e 12 anni) gli investigatori hanno individuato anche i figli di due noti camorristi che gestiscono alcune piazze di spaccio nel rione.

I protagonisti di questa triste storia sono tutti bambini o poco più. Lo sono le vittime e lo sono i carnefici, e pure quelli che sapevano ma non hanno detto o fatto nulla. Tranne uno, un 19enne che al momento è l’unico maggiorenne coinvolto e, stando a quanto dichiarato ai medici dalla più piccola, per primo avrebbe approfittato di lei. Il branco avrebbe poi seguito il suo esempio.

Basta passeggiare tra i palazzi popolari del Parco Verde per rendersi conto che la vicenda era nota a molte persone. “Tutti sapevano quello che accadeva” spiega un residente al Corriere.

 

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