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mercoledì, Aprile 2, 2025
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Tentata estorsione a Miano, resta in carcere il ras Scognamiglio

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Fermo convalidato con applicazione della misura cautelare ma senza aggravante camorristica. Come a dire: non esiste alcun clan Scognamiglio. E’ questa la decisione presa oggi dal gip Valentina Gallo nei confronti di Antonio Scognamiglio, il figlio 31enne del ras Antonio raggiunto da un decreto di fermo eseguito dalla squadra mobile due giorni fa. In pratica non vi sarebbe prova dell’esistenza di un gruppo che porta tale nome. Secondo la Procura il ‘rampollo’ avrebbe tentato di imporre un’estorsione da 2.500 euro a un imprenditore di Miano che aveva acquistato alcuni appartamenti. Durante l’udienza di convalida il gip, seppur confermano il fermo, ha escluso l’aggravante in linea con il difensore di Scognamiglio junior, l’avvocato Domenico Dello Iacono. Il nome degli Scognamiglio era emerso in un’indagine dell’agosto del 2021: in quell’occasione il gruppo avrebbe tentato di imporre il racket ai titolari del ‘Caffè Europa’ di via Napoli Roma verso Scampia. Grazie alla testimonianza del titolare dell’attività che le indagini accertarono che i componenti del gruppo, che ambivano a occupare le caselle lasciate vuote dopo i blitz che all’epoca decapitarono i Balzano e i Cifrone, avrebbe preteso del commerciante la consegna di 125mila euro, suddivisa in rate da 5mila euro mensili, quale presunto residuo di un prestito di natura usuraria che il barista e la madre avevano contratto alcuni anni fa con uno degli indagati.

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