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venerdì, Aprile 26, 2024
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Tumore al fegato, al Pascale di Napoli il primo paziente vaccinato

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Secondo una stima numerica molto vicina alla realtà, quello al fegato è il terzo tumore più diffuso al mondo. Le terapie per arginarlo o curarlo del tutto sono assai limitate. E’ stata fissata una percentuale di sopravvivenza che, purtroppo, è maledettamente bassa: 20%. Avanti a questa percentuale, però, c’è chi non è stato disposto ad arrendersi, né tra i pazienti né tra i medici. Soprattutto al Pascale di Napoli, tra l’altro. La struttura partenopea è, per chi non ne fosse al corrente, uno degli istituti più all’avanguardia per quanto riguarda lo studio e la cura delle patologie tumorali. Non è certo un caso, quindi, che proprio il Pascale sia “capofila di un progetto scientifico internazionale, iniziato 5 anni fa, e coordinato da Luigi Buonaguro, responsabile della Struttura dipartimentale di Immunoregolazione dei tumori (fonte la La Repubblica)”.

Sono solo 5 al mondo i pazienti in cura con il vaccino anti tumore, uno è al Pascale di Napoli

Non è tutto. La speranza, si sa, da sola non basta ad a tenere in vita le persone né tanto meno a trovare la soluzione a uno dei problemi che caratterizzano il presente. Al Pascale si sta provando a fare la storia, si potrebbe dire. Allo stesso modo, sono solo altre due strutture in tutto il mondo a seguire il progetto di sperimentazione del vaccino anti tumore al fegato. A Bruxelles, ad esempio, il vaccino Hepavac è stato utilizzato per curare un paziente in cura presso la struttura. Lo stesso ha completato il particolare ciclo di cura che prevede l’utilizzo dell’Hepavac. L’altra struttura, invece, è il Negrar di Verona. Lì di pazienti che stanno per ultimare il ciclo di cure sperimentali sono tre. Sia per il paziente di Bruxelles che per quelli di Verona, il vaccino ha dato risposte notevoli. Sorprendenti, di sicuro. Non ci sono stati particolari contro-effetti e i tumori sotto osservazione sembrano arretrare progressivamente.

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Nessun miracolo, è la ricerca scientifica pagata dall’Europa

Un miracolo? Certo che no. E’ scienza, è studio professionale, è sperimentazione eccellente. Tutto, chiaramente, finanziato dalla Comunità Europea. Il direttore generale del Pascale ne ha parlato approfonditamente in un’intervista. «A questo vaccino il team internazionale di ricercatori coordinati da Luigi Buonaguro sta lavorando dal 2013. Senza indurre facili entusiasmi, siamo fiduciosi che se i risultati saranno quelli auspicati. Hepavac sarà il primo vaccino al mondo per il tumore epatico candidato alla successiva sperimentazione su vasta scala per testarne in maniera definitiva l’efficacia e fornire uno strumento terapeutico per i pazienti affetti da un tumore così letale».

La sperimentazione del vaccino Hepavac non è certo una cosa semplice: non si tratta di iniettare un medicinale con una siringa. E’, piuttosto, un ciclo di cure che, infine, prevede l’utilizzo del farmaco sperimentale. Sul quotidiano La Repubblica il processo è illustrato perfettamente.

ll trattamento consiste in 9 iniezioni intradermiche da effettuare periodicamente e precedute da un’unica infusione endovena di ciclofosfamide a bassa dose. L’obiettivo è, innanzitutto, quello di valutare l’assenza di tossicità e la risposta immunitaria al vaccino e poi avere una stima di efficacia sulla riduzione delle recidive e, quindi, prevenire la ricomparsa della malattia.
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