Venerdì 25 Luglio 2003
L’abbandono dei laghi virgiliani. Scene di ordinario degrado sullo sfondo dell’incantevole Casina vanvitelliana del Fusaro. La carcassa di un vecchio frigorifero (nella foto di Antonio Di Laurenzio) sfregia l’armonia delle sponde dove re Ferdinando IV, negli anni della grande progettazione borbonica, realizzò un’oasi botanica di importanza internazionale. Una macchia verde incontaminata, corredo prestigioso dei vivai ittici più famosi del mondo.
Immagini d’altri tempi, immortalate nelle stampe dei viaggiatori del Settecento. Oggi il Fusaro e gli altri laghetti flegrei languono in una condizione mortificante di rovina e di sfascio. Le acque, non più cristalline, trasformate da quarant’anni in cloache a cielo aperto. I terreni circostanti ridotti a sversatoi, soffocati da rifiuti di ogni genere occupati da capannoni, depositi commerciali, appendici di bar e ristoranti.
Inutilmente la Soprintendenza ai Beni paesaggistici e ambientali – che dovrebbe approvare un piano di piste ciclabili sull’intero perimetro del lago – ha tentato di bloccare i soprusi e ripristinare l’originale integrità delle sponde. Inutilmente il Comune di Bacoli – azionista al cento per cento della società di gestione dei laghi Fusaro e Miseno – si è impegnato a valorizzare un patrimonio così rilevante. Aspettando l’arrivo dei grandi progetti di recupero ambientale, ora c’è il rischio di trovarsi una discarica al posto dello splendido giardino borbonico, famoso in tutto il mondo.
f.m. – il mattino 25 luglio 2003
