Preg.mo Direttore, a proposito della questione “Politica e beneficenza”, desidero inviarti questa mia lettera. Se è possibile, ed a te non dispiace, Ti chiedo di pubblicarla.
Io credo che chiunque profitti dello stato di debolezza e di bisogno di un essere umano per trarne vantaggio commette un atto infimo ed immondo.
Io credo che questo assunto possa anche assurgere ad alto principio da predicare finanche da un altare.
Ma penso che quando da un altare si comincia a dire “chi non votare” , un attimo dopo si comincerà a dire “per chi votare”.
Quando questo accade, nell’uno come nell’altro caso, si utilizza impropriamente il sacro pulpito.
Non perché un prelato non possa parlare anche di questo. Ma se di questo vuol parlare, deve scendere dall’altare e farlo nelle pubbliche assemblee: confrontandosi da pari a pari con le altre persone; accettando di essere confutato, contraddetto e, se dialetticamente viene dimostrato, comprendere anche di aver detto sciocchezze.
Usare il pulpito impropriamente, col vantaggio di non poter essere interrotto o contraddetto, ma scegliendo la direzione verso cui sparare o verso cui assolvere è pratica medioevale ed insopportabile da qualsiasi mente aperta e libera del 21° secolo.
Io, piccola persona, credo anche che nessun Dio delegherebbe uomo alcuno a parlare dal pulpito ed in nome Suo, per tenere ragionamenti dal profilo così basso.
Se una persona fa beneficenza, volontariato, o s’ impegna in qualsivoglia opera di carità o di laica filantropia, e lo fa per amore e prodigalità verso il suo prossimo, può continuare a farlo anche se gli capita di impegnarsi in politica. Viceversa, se sfrutta la carità solo incidentalmente e strumentalmente, “per comprarsi la fame dei bisognosi”, dunque il loro voto per farne derivare il proprio successo in politica, allora questa persona è un infame da smascherare.
Ma se “questo smascherare” è il nobile impegno civile in cui prodigarsi, allora l’orizzonte deve farsi assai più alto.
Una umanità numerosissima che abita l’ area a nord di Napoli, Qualiano compresa, è sbigottita ed attonita da uno stato di bisogno immane e senza precedenti.
Il bisogno: di lavoro, di prospettive, di sicurezza, di giustizia sociale, di uno Stato funzionante, di una economia libera e non occupata dalla prepotente e malata ricchezza delle mafie, di un ambiente pulito, stravolge le coscienze ed indigna le menti.
Allora, chiunque dagli scranni deputati ed opportuni voglia provarsi a dire “per chi non votare”, deve essere disponibile ad allungare la lista, inserendo tanti altri personaggi sedicenti politici.
Occorre inserire, nella lista dei proscritti, non solo chi s’improvvisa caritatevole all’ultimo momento recando al bisognoso/elettore la busta della spesa. Ma occorre inserire anche quei pseudo politici che, in cambio del voto, dicono “non preoccuparti, ce la vediamo noi” a quei padri ed a quelle madri che hanno i cuori traboccanti di pena per i figli diplomati , laureati (spesso anche brillanti, spesso anche eccezionali e pieni di buona volontà, spesso anche disponibili ad accontentarsi di un lavoro modesto), che non trovano lavoro e non vedono alcuna speranza all’orizzonte. Quelle promesse sono false almeno al 99,9%. Eppure, in mancanza finanche della speranza, le persone vi si aggrappano. Queste promesse rappresentano un imbroglio che affonda le radici nell’oceano di bisogno delle persone che abitano questo angolo di mondo.
Occorre inserire nella lista di proscrizione quei politici che in cambio del voto dicono “non pagare la spazzatura, non pagare l’acqua , non pagare nulla “ce la vediamo noi”, “noi!… Noi che tutto possiamo!”. E poi tutto va alla malora.
Occorre inserire quei politici che vendono come favori i più elementari diritti dei cittadini. Quelli che rubano, che imbrogliano e mistificano, che depredano le risorse pubbliche, che antepongono a tutto i propri interessi. Occorre inserire… ma la lista si muoverebbe verso l’infinito, per questo mi fermo.
Però, non posso fare a meno di dire:
”Io credo che se questa lista viene stilata nella sua interezza e con verità, a qualsiasi Prelato non resterà quasi nessun politico, tra quelli che occupano l’attuale scena della politica e del potere nell’area, “da scartare dalla lista di coloro per i quali non votare”. E questo sarebbe anche un bene. Ma per farlo c’è bisogno, una volta tanto, di vero coraggio.
Occorre sacrificare anche le persone con le quali normalmente si è amici e si va a braccetto, magari sol perché “un potere tende sempre ad allearsi con un altro potere”… Forse perché è troppo antica la pratica, la diffusione e l’esperienza del vantaggio che da questa alleanza fra poteri ne deriva?… A te il corpo a me l’anima, salvo a scambiarceli all’occorrenza?
Il tempo ed i territori che viviamo sono talmente devastati e pregni di bisogno che occorre sacrificare questo ed altro.
Occorre essere disposti a sacrificare anche se stessi.
La verità drammatica è che in questi territori, la cattiva politica, tra una mistificazione e l’altra, rischia di continuare a crescere e prosperare traendo linfa proprio dal diffuso stato di bisogno delle persone.
Così facendo non ci sarà mai alcuno sviluppo. Perché il processo circolare, il cane che si morde la coda sembrano difficilmente controvertibili. E qualsiasi rappresentanza politica/amministrativa che continui a legittimarsi alla stregua di uno sciacallo su un corpo morente, non potrà che arrecare dramma al dramma. Altro che busta della spesa!
Per questo chiunque voglia contribuire a salvaguardare le persone dal ricatto e dall’inganno della cattiva politica, non può permettersi uni direzionalità, ne sconti e faziosità.
E nessuno può parlare se non è anche disposto ad ascoltare.
E l’assoluzione?
…Io credo , davvero, che non v’è per nessuno!
Angelo D’Onofrio
Comandante della Polizia Municipale di Qualiano