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venerdì, Aprile 26, 2024
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«La bomba ecologica della Resit diventerà un grande parco urbano»

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“Questa terra è il simbolo della subalternità della Campania in Italia, ma oggi continuano l’inversione di tendenza, un cambio di marcia. È uno degli interventi simbolo, per mettere in sicurezza una delle più grandi discariche del Paese. Non possiamo perderci in parole, l’intervento è molto complesso, ma la cosa che ci interessa è veder ripartire i lavori interrotti anni fa”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, durante l’incontro con la stampa proprio sull’area della ex Resit di Giugliano dove stamattina è stato aperto il cantiere per la messa in sicurezza dell’area. Le risorse stanziate per la messa in sicurezza dei luoghi sono in totale di 5 milioni di euro ed i lavori dovrebbero terminare entro un anno. Si tratta di un primo passo verso la bonifica. Verrà posto un telo sulla discarica per evitare che l’acqua piovana entri nel terreno e continui ad inquinare i suoli. Inoltre verrà installato un meccanismo per captare il biogas.




“L’intervento – ha ribadito il governatore – si svolge nell’ambito del piano regionale che dovrà vederci completamente autonomi su tutto il ciclo rifiuti”. In merito al coordinamento dei lavori dal 1 agosto, da quando cioè il mandato del commissario di governo sarà terminato: “Accolgo l’appello di De Biase e terremo i lavoratori che in questi anni hanno lavorato qui”. Intanto a fine novembre: “partiranno i bandi per la realizzazione di dieci impianti di compostaggio, questo programma immenso e ambizioso di bonifica del territorio e di un ciclo integrato dei rifiuti in Campania va avanti a tappe forzate. Un lavoro complesso ma arriveremo alla bonifica dei territori e al ciclo integrato dei rifiuti”. “I lavori dureranno 12 mesi, soprattutto visto il tempo perso a causa del blocco per due anni della Sogesid, azienda che porta avanti i lavori, perché uno dei soci era implicato nelle vicende di Mafia Capitale, ma questi problemi sono stati chiariti e risolti. Ora non bisogna perdere un minuto di tempo. Controlleremo in modo ossessivo e con il fiato sul collo che i lavori siano fatti come previsto nel capitolato d’appalto”, ha dichiarato De Luca.
Le intenzioni è quella di trasformare la bomba ecologica in un parco urbano dove i bambini e le future generazioni possano giocare. “E’ una giornata storica dopo un blocco amministrativo di due anni, ma soprattutto perchè interveniamo su uno dei simboli degli intrecci tra malaffare e interessi economici e della subalternità della Campania e del Mezzogiorno”.



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IL COMMISSARIO DI BIASE




“La messa in sicurezza utilizza materiale drenante – spiega il commissario alle bonifiche Mario De Biase – E sarà installato un sistema di videosorveglianza. Dopo decenni di devastazione firmata da intrecci tra poteri criminali e affari economici del Nord. Ora noi invertiamo la tendenza di un Sud subalterno”.
“Il nostro obiettivo spiega De Biase – è trasformare quest’area in un parco urbano. Rilanciare la discarica più famigerata d’Italia in un motivo d’orgoglio della nostra regione. Stiamo lavorando su terreni inquinati fino a 25 metri nel sottosuolo, dopo decenni di svernamenti illeciti. I lavori dureranno anni, ma ce la faremo”. Nell’area, già utilizzata per smaltimenti tra gli anni Ottanta e Novanta risultano esserci circa un in milione di tonnellate di rifiuti, di cui circa 350 mila catalogati come di pericolosi.

Nel 2003, durante l’acuirsi dell’emergenza rifiuti in Campania, è stata utilizzata eccezionalmente per lo smaltimento di una quota di materiale solido urbano, in balle prodotte dagli impianti ex cdr (per la produzione di combustibile da rifiuti) oggi stir (acronimo per stabilimento di tritovagliatura e imballaggio rifiuti). L’ex Resit è stata poi sequestrata nel 2004.



“Questa opera si unisce alla bonifica di 48 siti che al 70 per cento è già completata e che sarà conclusa entro la fine dell’anno. Il tutto si inserisce nell’ambito di un piano complessivo per rendere la Campania autonoma nel ciclo di gestione dei rifiuti – dice De Luca -. Il piano prevede, oltre alla bonifica dei siti e allo smaltimento delle ecoballe, l’incremento della raccolta differenziata fino al 65 per cento su base regionale e la costruzione di dieci impianti di compostaggio per evitare di continuare a mandare, come accade ora, l’umido fuori regione a costi tra i 160 e i 190 euro a tonnellata. La messa in sicurezza di un’area come,questa che contiene un milione di tonnellate di rifiuti, di cui un terzo pericolosi, è un’autentica impresa, pari a quella della rimozione delle ecoballe. Una volta risanata quest’area, sorgerà un parco pubblico sul quale ragioneremo per affidarlo al Comune o ai Comuni della zona”.

A margine, da registrare la protesta di alcuni esponenti del comitato civico Costa del Sole e di alcuni operai degli ex consorzi di bacino.

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