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sabato, Aprile 27, 2024
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tentano di far sfociare in mare le acque del lago patria

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GIUGLIANO – Tentano di aprire uno sbocco nel mare dal Lago Patria ma l’arrivo dei carabinieri li mette in fuga. E’ accaduto ieri mattina sul litorale giuglianese. E’ stato evitato un disastro ambientale. L’ennesimo in un territorio già profondamente ferito. Il deflusso dell’acqua sudicia dal lago al mare avrebbe annerito chilometri di riviera. Da Licola a Castelvolturno. Tonnellate di detriti e agenti inquinanti avrebbero infettato la costiera domitia. Sarebbe stata una sciagura enorme. Sventata grazie alla prontezza degli operatori turistici e all’intervento dell’Arpac e dei carabinieri. Le ruspe, due, sono riuscite a defilarsi prima che venissero intercettate. Già dalle prime ore del mattino erano al lavoro per rimuovere la sabbia dal letto della foce del Lago Patria, che consente il ricambio dell’acqua lacustre in mare. Il difficile equilibrio ecologico ha rischiato di essere ulteriormente compromesso. Alle 10 sono arrivate le prime segnalazioni ai centralini delle forze dell’ordine. Sul posto si sono precipitati i carabinieri della compagnia di Giugliano, agli ordini del capitano Gianluca Trombetti e del tenente Orazio Ianniello, i tecnici dell’Arpac, il vicepresidente nazionale della Fiba Confesercenti Adolfo Fasullo, Antonio Poziello (ex capogruppo del Prc al consiglio di Giugliano) e Pasquale Parisi (ex consigliere dei Ds). Il movimento ha messo in fuga gli escavatori. E’ accaduto a ridosso del litorale domitio. Visto dall’alto il territorio sembra costellato da puntini incolori in movimento. Case che da lontano appaiono come colate di cemento, costruite senza regole urbanistiche, spesso senza permessi. Sono il prodotto di una speculazione edilizia iniziata tra gli anni Sessanta e Sessanta, e ultimata negli ultimi vent’anni. Il Lago Patria è una piccola laguna non vulcanica, sversatoio abusivo di alberghi, ristoranti, parchi, spesso altrettanto abusivi. In passato le analisi epidemiologiche accertarono tracce minacciose di mercurio e antiparassitari. Nonostante, sulla carta, sia una riserva naturale.

Il tentativo di aprire la foce del Lago Patria da parte di ignoti è stato motivo di un verbale redatto dall’Arpac, presto trasmesso alla magistratura. Probabile che le escavatrici tentassero di creare un approdo turistico abusivo per le barche. Per gli stabilimenti balneari un sospiro di sollievo. Questo sarebbe stato il colpo di grazia in una stagione di crisi. Gli operatori della costiera domitia si apprestano infatti a chiudere il periodo di massima attività con un bilancio poco lusinghiero. Crisi economica, mancanza di competitività, servizi sempre più cari sono solo alcuni dei problemi che hanno messo in crisi il settore. I timidi segni di ripresa registrati in questo fine agosto non sono bastati a contrastare il crollo delle presenze registrato in alta stagione, causa maltempo, in numerosi centri di villeggiatura. Nemmeno il “tutto esaurito” di Ferragosto servirà a ripianare i conti, con un calo degli affari che rasenta il 50%

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